sabato, giugno 30, 2007

Spiriti quieti

Passi lunghi e ben distesi come danza antica non fosse dietro albero antistante al giardino.
Velo rosso sangue e lenzuola bianchissime a sorreggerlo e forse non si vede ma il mare non e' distante, basta spostare le tende immacolate e cavalcare qualche raggio di sole.
Confondo l'oracolo col cristallo sul tavolo mentre luce lo illumina rimandendone intrappolata, rifrazionandosi ed e' messaggio volatile e leggero come fumo d'incenso nello scirocco.
Incontro stupendo tra fiori e ombra di luna, bevande raffinate e armonia di forme che conduce a calma, quasi pace perenne almeno fino a quando durera' la notte e il pesante drappo non tocchera' il suolo.
Grilli a cadenzare il tempo aspettando la brina in rugiada, ombra che diviene verde smeraldo e la staccionata a dividere oscure presenze dalla tranquillita'.
Cacofonico silenzio, rosa rumore come guance arrossate di volto coperto da cappello bianco mentre attorno veli multicolori danzano e ruotano e s'alzano e planano dando vita all'infinito dondolio delle onde, moto monotono eppure unico nel contornare il lento invecchiare dell'uomo.
E non bastano le ruote per correre e non un letto per comprendere e se quei veli non si arrestano allora che si fermi la sete, che avanzi l'oblio, che la zattera salpi e dalla terraferma raggiunga il sogno restituendone figli, figli di sogno o figli d'incubo ma non so, non distinguo, nessuno sa, nessuno distingue.
Forse una foresta non vale il panorama e uno specchio non e' un astro ma in cima, lassu' l'aria rarefatta complica la verita', cela i contorni dalla vista e del resto cos'altro chiedere di piu'.
Every time I close my eyes
There's another vivid surprise
Another whole life waiting
Chapters unfinished, fading

giovedì, giugno 28, 2007

Discorrendo

L'estate di quell'anno fu molto lontana allora e molto vicina oggi.
Ci furono giorni in cui mi sforzai di essere cio' che non ero e di fare cosa non volevo fare, agire contro la mia natura e fu fallimentare.
Poi si impara, poi tanto serve tutto, poi non importa, poi si e' giovani, poi aiuta a crescere, poi va bene cosi' perche' se ne esce sempre, pero' se sono qui a scriverne evidentemente una piccola cicatrice e' rimasta da qualche parte.
Passaggi di crescita, nuove prove per nuovi anni, per nuovi uomini, febbricine necessarie.
Mi riscattai pero' e ora che ci penso non so sia stata piu' ridicola la sconfitta o la vittoria.
La musica e' ancora qui pero' e se sorrido e' andato tutto bene.
Cosa c'e' che non va...
Forse il fango sognato non e' profondo a sufficienza e quel cielo era grigio senza possibilita' alcuna di ritorno.
Sento i pensieri adagiarsi sul fondo in lenta discesa e inevitabile sospensione di cognizione, di azione.
Tra poco spegnero' quanto mi sostiene e mi tuffero' in inutile film con colori brillanti e ridicole parole e potrebbe persino essere che quell'estate mi condizioni, che il sogno mi condizioni, che la musica, come sempre mi condizioni, che le parole di Tsukamoto mi condizionino.
Quanta fragilita' pero' se una frase sconnessa mi lascia esanime a terra, incapace di reagire accumulando minuti, accatastandoli come piccoli mattoni dietro i quali proteggersi.
La mia forza e' altrove...
Il dolore e' duraturo ragazza, ma ci fa sentire vivi.
A volte penso che tutta la faccenda del crescere si riduca solo a una gestione del dolore.

mercoledì, giugno 27, 2007

Senza fermarmi mai

Svegliarsi poco prima che la notte muoia, polso accelerato, sogni dentro sogni dentro sogni come specchi riflessi in specchi, sempre piu' scuri, sempre meno definiti sino a scomparire lasciando in cambio aria viziata.
Freddo sudando, spasmi di fantasmi che mai piu' torneranno e orecchie tese nella ricerca di auto lontana, frusciare di rami e nessun lampione a mascherarsi da alba.
Stancamente le immagini lasciano il posto alla coscienza e strane canzoni in testa.
Cosa vuole dire, che significa, quale significato attribuire?
Letterale parafrasi, coincidenza curiosa, reminescenza recondita, messaggio di inconscio sconfitto, cosa devo pensare, dietro quali angoli sbirciare, quale polvere spazzare?
Insonnia e' il nome di che cosa?
Allarme di vita troppo piena, troppo vuota o semplicemente inutile non necessario ad intasare bocchettoni d'aria vitale, forse osmosi tra stati di coscienza, fluidi mentali che scorrono alla ricerca di nuovi alvei e se quelle canzoni siano innocui scarti o assi portanti, giunti di congiunzione di un mistero sempre li' da risolvere no, non saprei dire.
La sveglia e' lontana, pure il mondo la' fuori, questo letto caldo e' l'ultimo posto in cui vorrei stare eppure nulla puo' accogliermi con piu' grazia e malgrado tutto c'e' piu' di una ragione per cui rimanere, forse rotolando e sbuffando e quei rapidi movimenti non sono danza ma presenza e ancora come sempre, piu' di sempre affronto cio' che sono, ascolto la mia canzone e le parole suggerite dall'inconscio sono connubuio perfetto, messaggio che sia o no.
Noi uomini forti sappiamo a che santo votarci,
in nome di cosa, non so, ma noi teniamo duro,
teniamo nascosto il passato e pensiamo al futuro.
...ma il futuro cos'e'?
Il futuro e' un'ipotesi,
forse il prossimo alibi che vuoi,
il futuro e' una scusa per ripensarci poi.

martedì, giugno 26, 2007

Fiume corre asciutto

Sarebbe bene abusassi meno dei miei desideri perche' non sempre si puo' spingere, correre, sgomitare, rotolare.
Il cielo oggi non lo permetteva eppure ho continuato ritrovandomi esausto.
Strati di nembi in brillanti sfumature di grigio sono un freno naturale, naturale barriera a cio' che si pensa e si vuole ed insistere lascia stremati con gli occhi sbarrati verso il cielo.
Chiedersi quando finira' e' soluzione che non aiuta e guardandosi le mani profonde crepe che rilasciano arida sabbia rende impossibile seguire il cammino sino in fondo.
Dieci soli minuti non servono e non accontentano se da qualche parte nel cuore quel battito in meno sottrae molta piu' vita di quanto ci si aspetta.
Suoni che non mi appartengno e cappa pesante ed opprimente sul capo, kilometri che non voglio fare, persone che non voglio vedere e casa in cui e' inutile tornare per non comprendere ancora, assillo del domani ancora, rialzarsi ancora.
Vortico in questo vento che fischia forte senza riuscire a raffreddare queste mura roventi e appena ricordo un sorriso via, vola via perduto per sempre e qui a chiedermi se avessi dovuto inseguirlo o almeno provarci, si provarci.
Non trovo posto su questo treno e il prossimo chissa' se arriva quando credevo che il bianario non si sarebbe mai svuotato e sulla pensilina ferma anche io mi siedo tra fogli irrequieti e marmi consunti.
Poi finira', so che finira' seppur osservando il nero e imponente orologio il tempo e' scandito da lancette immobili ed e' piu' che metafora, forse e' destino.
There's a feeling I get
When I look to the west,
And my spirit is crying for leaving.
In my thoughts I have seen
Rings of smoke through the trees,
And the voices of those who standing looking.
Ooh, it makes me wonder,
Ooh, it really makes me wonder.

lunedì, giugno 25, 2007

Dietro porte chiuse

Ognuno di noi ha l'anima in zone temporali ben definite e nella notte io semplicemente sono.
Tramonto come ode all'arrivo della notte, quindi inno, festeggiamento, danza in calare ma e' cosi' che l'oscurita' vuole, e' cosi' che il buio esige tributo.
Ma l'assenza di luce spaventa solo chi nell'oscurita' non crede, chi ha rughe e macchie da coprire abbagliandosi al sole, chi deve vedere per credere e ritiene che la realta' sia solo cio' che e' definito da fotoni.
Non sento bisogno del sole perche' i miei occhi chiusi sanno dipingere quanto mi circonda e i colori cambiano continuamente.
Spiazzante, confuso e irritante forse, ma ho combattuto con forza per il diritto di arrogarmi un luogo in cui vivere forse non costituito dalle forme che vorrei, ma i colori sono miei, sempre e solo miei, comunque miei.
Poi una finestra erroneamente aperta sull'alba ed ecco schiudersi innanzi ai miei sensi pletora di aromi e luci dimenticate e mi ritrovo a pensare che il tramonto lo si vive, ma l'alba la si cerca e nel mio peregrinare di ombra in ombra troppo spesso dimentico che l'alba e' composta di fievoli ondate di sole che si ingrossano come onde sospinte da burrasca, progressiva e montante energia straniante nella forza caotica del giorno ma incantevole alla sua genesi.
Con la medesima energia ecco i profumi, piu' estranei che dimenticati, umido di terra che s'innalza da zolle al loro risveglio, fiori lontanissimi che si scrollano le stelle dai petali, vento d'oriente che sa di salsedine e movimento di nuvole e colori che prendono vita dalla fuga della notte con sfumature mai viste, offuscati acquarelli da rinvigorire con liquido caldo e tela immacolata che li attende severa.
Si, io sono tramonto ma non per questo non anelo luce, colori, calore.
E' che non so come chiedere, non voglio chiedere, non so se chiedere...
Birds flying high
You know how I feel
Sun in the sky
You know how I feel
Reeds driftin' on by
You know how I feel
It's a new dawn
It's a new day
It's a new life
For me
And I'm feeling good

domenica, giugno 24, 2007

Quando iniziai

Se sapessi scrivere, lo farei ora e molto forte, urlo che cavalca onde di un destino curioso e malsano.
Trovarsi a miliardi di parsec dalla propria stella e' frustrante e doloroso eppure non v'e' motivo per raggiungerla.
Invero sarebbe unica cosa da fare ma il dubbio che le gambe non siano abbastanza robuste serpeggia nella testa come virus letale in circolo sanguigno.
Calmarsi, riflettere, passi lunghi e lenti e distanza da coprire con ampi respiri senza scordare, impossibile scordare, assolutamente non scordare e non confondere mai e poi mai il tempo col tempo, lo spazio con lo spazio, il fuoco con il mare.
Il mare... Nuovi sogni si diramano innanzi e c'e' sempre una distesa d'acqua in movimento, cielo che volge a tempesta ed il tramonto, nero e oscuro tramonto da guardarsi in abiti pesanti eppure mi sento bene, in pace, entusiasmo di esserci, di vivere e di cio' che avverra'.
Fossero premonizioni ucciderei il futuro che non mi appartiene e saprei, si saprei alzarmi su quelle gambe apparentemente fragili e stanche e donare l'eternita' del mio cuore seguirebbe solo il donare dell'anima.
A volte mi domando se sono illusioni spavalde e mal riposte le mie e dubbi atroci minano le gia' deboli certezze, ma c'e' quel sorriso a cui mi aggrappo e sul quale edifico il castello delle speranze e non importa, non importa quanto cedevole sia il terreno perche' e' il costruire che da' forza, innalzare innanzi a se' stessi il tempio del proprio futuro e non fermarsi ai tralicci spogli, spaventosi a volte quando il sole calante proietta ombre sinistre e lugubri, ma vedere in essi sostegno e rinforzo di mura e finestre, protezione da vento, pioggia, caldo e fame ma non dal mare perche' il mare e' comunque amico, sempre un dono, specchio del firmamento da toccare e stringere, unico tramite per portare tra le braccia la stella, quella stella cosi' lontana...
You will come to save me
C'mon and save me
If you could save me
From the ranks of the freaks
Who suspect they could never love anyone
'Cept the freaks
Who suspect they could never love anyone
But the freaks