domenica, dicembre 20, 2009

Lasciate che sappiano

Le sedie suonavano, le gole cantavano, le mani si muovevano veloci non sapendo dove, non sapendo come, aria come oro, irrefrenabili ore, catodiche emozioni in un tempo infinito, in un bisogno di vivere incomprensibile eppure naturale.
Emozione stato naturale delle cose, esistenza tamburo nella savana piu' oscura ma e' esistere del momento, e' impossibilita' di futuro come sole che non sorge, e' liberarsi di passato scomodo che finalmente cessa di essere vincolo.
Rimpianto, non so, forse si, forse ritorno a domande che non hanno risposta, questioni sospese mai piu' esaudite, mai esaurite e c'e' sempre un maledetto qualcosa che racconta e ricorda e recrimina e non lascia soli neppure nello sguardo distolto, nel cielo troppo azzurro, nella rullante piu' forte del cuore, nel piede che colpisce sempre piu' forte, sempre piu' svelto ma quel muro non cade, la voglia di non esserci si fa suadente e si veste di festa.
Le sedie urlavano, le gole cantavano, qualcosa si ruppe ed e' breve strada da percorrersi con sguardo incerto, con petto tremante, freddo che non da' pace, speranza di un sorriso, con pelle e profumo misto rabbia, castello di lacrime e adrenalina, incomprensione e sere di auto e luci e ghiaccio e impronte e sorrisi e soffitti ciechi.
Dove sono stato, quali canzoni hanno preso il posto delle stelle, quale buio ha sopraffatto il buio, ha nascosto strada e direzione da seguire perche' arrivare non e' detto sia conclusione e conclusione puo' forse essere sbagliata ma irrequieta gonfiare fiato silenzioso e montare a tempesta, uragano, cataclisma di intero cosmo.
Qualcuno non c'e' piu', qualcuno resta nel proprio nulla, altri non s'arrendono a sconfitta risolta, ancora non sanno che guerra non e' avvenuta e non c'e' piu' bisogno di ridere e urlare.
Io posso solo salutare, riesco a guardare indietro e regalare tutto cio' che non ho piu' a chi poteva essere, a chi doveva nascere, a chi non doveva andarsene, a cio' che non doveva avvenire, al bisogno di continuare a scrivere per osannare l'oggi, inutile ma i debiti si pagano e almeno che possa pagarli per tutti.
Couldn't ask for more you said
Couldn't ever let it end
Take it all
Take it all
And strike me dead