sabato, settembre 22, 2007

Affilato minore

Ampia, ampissima macchia sulla luna, sfuggevole luna, sguardo rotondo con movimento asincrono, vibrante, sussulti nello spazio da confondere movimento con riferimento, onda senza criterio, senza logica, senza senso che non sia fuggire ed ingannare.
Il cuore fa male e stringo il petto tra dita contratte ma e' solo un istante che termina presto tra ricordi e occhi luminosi tra erba alta.
Lo stomaco impreca ma quando non lo fa, quando mi lascia sperare, pregare forse, inginocchiata voglia di luogo fresco e asciutto negato da troppe maledizioni, troppe elucubrazioni.
In un viaggio che non sento piu' di fare, nel centro esatto di altra vita che scivola annoiata, svogliata rassegnazione alla quale credere sempre meno, li' proprio li' tra peripezie sempre piu' insensate, sempre piu' stanche e grottesche un singolo pensiero che conduce a infinita tristezza, incommensurabile rassegnazione.
Voglia, voglia prepotente di qualcosa che non ho avuto, forse rinunciato, si rinunciato io, io colpevole delle colpe del padre, debole di atavica debolezza, inettitudine inutilmente disprezzata perche' mio e' il marchio, mio e' il cerchio tracciato attorno ai piedi e queste gambe che lentamente si piegano non destano pieta' o comprensione.
Mi aggrappo alle parole che affondano e io con esse ma a questo punto che almeno possa fermare il battito, tracciare confine tra scherno e menzogna, ridicola bugia alla quale credo senza alcuna riserva.
Ora avrei avuto di che scrivere tra le pagine in cerca di inchiostro, imbarazzante bianco che traccia percorsi piu' marcati di qualunque novella, di ogni racconto ma l'autunno sta arrivando prima ancora di poterlo evocare e cavalca il Bach di Gould, sulla punta delle sue dita il leggero peso dell'eternita', della fine che dell'eternita' e' preludio e nell'assolo sussurri e sospiri, sentita emozione, abbandono finalmente se solo non fosse altro inutile desiderio, semmai girotondo ultimo, sguardo ultimo, ultimo e forse primo grazie.

giovedì, settembre 20, 2007

Banale mistero

Autenticazione non necessaria e in virtu' di questo non devo spiegare niente, giustificare niente, ammantare niente di bianco candido.
Circoscrivere una vita intera sta diventando offensivo, gabellare inconsistenza e sforzo da dedicarmi come immane fatica decisamente grottesco, promulgare con soave ed ironica leggerezza l'idea di immobile stazionare, vagare abbaiando come cane ferito, animale zoppo senza futuro.
Se le maledizioni esistessero allora avrei ragioni per crederci, se la pelle fosse liscia e compatta potrei accarezzare e sciogliere ghiaccio col solo planare di tocco leggero ed essere cosi' delicato da sorprendere persino me stesso.
Non chiedermi dove sono quando non mi interessa affatto scoprirlo, non chiedermi chi sono quando l'interesse riguarda occupazione di un solo minuto e poi basta, basta, basta inconcludente analisi se osservare e' condizione minima e sufficiente.
Cosa serve ripetere, che importa speculare in eterno, attesa di milioni d'anni su unico punto in immagine estesa e dettagliata e non e' il quadro a interessare, non e' simbolica rappresentazione ma astrazione del sopra e sotto, del diverso, del parallelo, dello speculare ed opposto, complessita' fatta virtu', possibilita' e non ostacolo, non restrizione, spazi aperti che invero non interessano e non posso pensare ad altro, conclusioni negate, convergenze noiose, parola unica in unico dizionario di troppi volti che divengono uno, che agiscono come uno, che pensano come uno, che sfioriscono come uno, che sfiancano come uno.
Questa volta no, questa volta correte a destra e a sinistra come inutili insetti tanto non mi troverete e se cercherete le mie tracce, inutile farlo scrutando avanti e dietro, forse guardando fuori potrebbe servire di piu'...
Suppose I were to tell you that the meaning of dreams
is not all that it seems and the ultimate truth is a lie.
And you are just a puppet who can dance on a string.
Do you feel anything?
Would you Laugh?  Would you care?  Would you cry?

mercoledì, settembre 19, 2007

Cosmo e silenzio

Sedimento di scorie, evangeliche visioni di case, divani, piccole scarpe, grandi cene, mura ridicole ed illusorie ma ugualmente possibile qualche volta almeno, non sempre.
Ogni oggetto sintetizzato in specchio, fotografia e provare e' vangelo, e' parola d'ordine, e' quello scatto nel cervello che coinvolge ogni muscolo per ferirlo, mortificarlo e cosi' esaltarlo e perdio sentirsi maledettamente vivi in quest'onda blu elettrico che sfianca eppure esalta.
Comunque vada...
Parole che non ho mai, mai, mai, mai udito in tutta la vita e in giorni come questi non potrebbe importare meno, in periodi come questi non fa alcuna differenza ed e' cristallino che mai l'ha fatta.
E' nuova polvere o poteva esserlo e l'ho sentito aggirarsi furiosamente, muscoli tesi e bava tra denti aguzzi, risata che gela il sangue e arroganza di supremazia nello sguardo.
E' nuova gravita' accelerata o poteva esserlo ma ho fermato il tempo, ho viaggiato a lungo, sono tornato e ho ricordato, ricordato quando dolore aveva un senso, quando lacrime bruciavano come acido, quando forza era opzione e non scelta e mi sono alzato, alzato cosi' velocemente che e' arretrato, balzato in avanti con l'energia di un esercito che conquista continenti che senza accorgemene le mani erano gia' sporche di sangue, tagliate con schegge delle sua ossa e non un respiro, non una goccia di sudore versata, pentimento opzione non accettabile.
Sorpreso ancora mi penso vittorioso e di quel sangue scorre sulla lingua il gusto e rido seppur non del tutto convinto pensando a chi non crede quanta strada ho percorso oggi, quanto cammino gia' compiuto verso quel luogo che solo io so essere reale, solo io so essere mio.
Temple of the evil, Temple of the weak
no one knows how bad he feels
Late-night innuendo, tempetation of the key
"Live with the Blacksheep, live with me"

lunedì, settembre 17, 2007

Decorazioni

Il loro elettro-rock rivela qualcosa che troppo spesso dimentico di avere.
Qualcosa... qualcuno, forse... Avere... essere, forse...
Si trova nella stanza abbandonata, quella esposta al rigore invernale anche quando il caldo soffoca e spezza la volonta'.
Si nutre di insetti, piccoli animali, giorni dimenticati e bile, muove gli occhi gialli e cattivi in ogni direzione, senza tregua, sempre alla ricerca di liscie ossa e rabbia.
Artigli rugosi e scoordinati disegnano ellissi nell'aria, unghie spezzate miste a intonaco sotto piedi nudi e sgraziati, movimenti solo in apparenza misteriosi e bassi gorgoglii, mantra alieno, cantilena di esseri il cui ricordo e' negato persino alle stelle.
E' vestito di nero e rami spogli, polvere e bava, lacrime d'odio e tremore persistente, stranamente incede lento quando puo' essere lampo nello squartare gole, lacerare cuori, smembrare arti.
Entro piano, guardingo, sicuro della mia forza ma incerto nei riflessi, lo guardo, ricambia beffardo e capisco ancora una volta di piu' che mia sara' la vita ma suoi i mondi di cio' che non e' stato, gli spazi sconfinati disseminati di errori, cosparsi di orrori, terre emerse di progenie d'incubo, primordiale energia che disperdo mentre egli accumula e conserva e raffina per scopi a me ignoti.
Pero' ho la sua musica, suoni elettrici ed elettrificati, sintetico battere e d'incanto ancora lo controllo, ancora dentro, profondo, esorcizzato mostro solo prigioniero perche' comunque a lui devo liberta', esistenza, completezza, lui mia libbra di anima, lui incolpevola vittima, lui, io...
Very little hope I assure you.
No. If a god of love and life ever did exist...
he is long since dead.
Someone... something rules in his place.