giovedì, novembre 15, 2007

Bellissima mente

Sono cambiato? Non lo so.
La mia musica e' sempre la stessa? Si, forse piu' arrabbiata.
Sono invecchiato? Laddove non si potrebbe credere.
Troppi cavi nella mia vita, raccordi in matasse non sempre districate ma mi diverto cosi' e non so che farci.
Distanza che accomuna, sincronia d'intenti lontanissimi e paradosso non e' casa, forse stile, magari abitudine, non rassegnazione, piccolo stratagemma.
Antefatto ed epilogo, eoni tra loro e il tempo e' scivolato senza rendersene conto, misterioso fluire ed e' come prisma asimmetrico che riflette realta' sempre diverse su facce sempre diverse in rotazioni sempre diverse.
Spazio, tempo, tutto mutato eppure come sempre, le mie mani sono piene di canzoni, le parole, quelle giuste, latitano lasciando a loro i soli spazi che oramai so concedere.
E' che mai ho saputo parlare, tantomeno narrare e quelle storie meravigliose non sono uscite dalla pelle, dalle mani, forse gli occhi, si gli occhi mai hanno mentito ma troppo flebile voce, sottile grido e come sorriso soffocato qualcosa si e' perso, smarrito in labirinto dal quale non so fuggire.
Fratture rivelate, lividi mai guariti, silenzi che sanno di resa ma il mio sogno appartiene a qualcuno che a stento riconosco in me.
Perche' sia ancora qui non so o almeno mi inganno dicendo di non comprenderlo perche' una chitarra elettrica e' ancora energia che genera pensieri, emozioni vere o che almeno percepisco tali e so non sbagliarmi, non cosi' tanto.
Li' fuori ci sono strade che non dovevo percorrere e non mi lamento, non saro' infelice per questo perche' quei cammini appartengono ad altre gambe, altre storie, altri futuri, altri universi eventuali, altri presenti reali e cio' mi basta quando le somme della vita restituiscono risultato positivo.
Comunque ora proseguo nella corsa e non mi fermo perche' non doveva accadere, dico ciao e agito arrivederci, il traguardo e' troppo avanti per fermarmi, la strada e' lunga, l'orizzonte pare stanco e talvolta impervio terreno, ostacola e spaventa ma quando arrivero' saro' qui, qui dove sono sempre stato, dove dovevo essere, da dove mai me ne sono andato.
Il mio sogno e' un mare acido
E dimmi se non e' reale
Il giorno traveste di luce ogni cosa vivente,
Ma non toglie la paura dei fantasmi.
Voglio idee per sopravvivere
E mille, mille, mille non bastano.
E quel sogno, sai,
Continua a chiamarmi nella profondita' del mare
Una caduta dentro i vortici d'acqua
Le mie mani, che non si fermano piu'...

mercoledì, novembre 14, 2007

Ricordo di sistema

A volte sono in sintonia con qualcosa, mai con me.
Rari ma esaltanti momenti in cui piccola ma importante fetta della vita si incastra magicamente in quadro piu' ampio ed universale.
Ruota traslucida, spazio mai creato eppure e' piu' vero del vero ed essere tutt'uno nei colori, nelle forme, nei suoni, nei concetti, nelle parole si, nelle parole finalmente comprensibili e non piu' dittonghi sconnessi spesi ad uso e consumo di chi ascolta senza sentire.
E' massa fluida dai movimenti prevedibili, plasma le cui azioni e reazioni mi sono note, mistero che nasce da sorpresa non fantasia, oscillazione geometricamente definita, solo tracciata, solo percorsa ma tra due punti infinite curve s'intersecano e danzano e conosco quei passi e ballo a mia volta, leggero, leggero come non mai, come non potrei altrimenti essere.
Forse perche' nulla posseggo m'inebrio nel controllo, interfaccia costata tanto ma che importa adesso, ora che sono esattamente nel punto in cui ho sempre voluto essere.
Come adrenalina fluisce e defluisce, lampo, scossa di nervi, tremore di energia che sfoga la propria essenza sfondando carne e presente, poi fiato corto, poi forme che ritornano, poi percepire il sangue, il motore che non si ferma, non si ferma mai e infine verde e asfalto tutt'attorno.
Non so esattamente se puo' bastare ma faccio finta di si e tiro dritto perche', perche' potrebbe essere vero, potrebbe essere piccolo eden dei giusti, maschera blu indossata senza inganni, senza compromessi, puro come ero, come sono sempre stato.
We stand in a different light
That's cast upon this gigolo and gigolette
We stand with a different frame around us now
But when we talk we talk in time
We shine with profiles so strong and so clear
And when we move we move in time
Won't fade like pictures that come back again

lunedì, novembre 12, 2007

Fiamma scivolosa

Ammetto che tanto sarebbe da farsi, ancora di piu' da dirsi.
Stoico guerriero, fiero di muscoli e pensiero, indomito senza tempo ne' macchia, parole misurate, morbide come rosso tramonto eppure stagliate contro l'infinito, definitive e meravigliose.
Capace di abbattere montagne, spostare nubi con un sospiro, correre come nemmeno Mercurio potrebbe, io ho distrutto i pilastri della Terra e nessun peso mi ha schiacciato, demolito, azzoppato.
Perche'...
Per un angolo di letto scomposto nell'immobile penombra? Per continuare con altro silenzio, ancora silenzio, sempre silenzio, temuto silenzio.
Forse sapro' sorprendermi e tirando a terra polverose tende riportero' luce ed aria, volume, volume come distesa illimitata in pianura senza dolore ed asperita', forse singolo violino puo' essere orchestra della piu' grande sinfonia mai eseguita o forse questo riverbero continuera' a martoriare ogni logico pensiero, ogni sbalzo d'umore, ogni desiderio inespresso.
Intanto sogno neve, sigarette rubate all'abitudine, fumo che non annebbia solo polmoni, confusione, tanta confusione e nell'opaco delirio scopro realta' piu' congeniale, piu' vera magari o solo meno soffocante realta', tappeto rosso su precipizio dorato e almeno c'e' stile, arte, plasticita'.
Qui fa freddo ma non so il caldo che sia quindi non comprendo, fatico a consolare, pensare e le invenzioni sono chimere di qualcuno che si e' illuso di poter essere me.
Io creo si, ma non distruggo, forse demordo e potessi librarmi sulle paure lo farei, sapessi liberarmi dal giogo del passato lo farei, riuscissi ad essere puro e consolabile allora il mondo sarebbe mio e io sarei del mondo...
Needed to be strong, yet I was always too weak
So I can only blame myself for this state we are in
I will take what you have for me now, if it's not too late
Did you change? I did too. Love can grow from the last grain