giovedì, febbraio 14, 2008

Umano attraversare

Ci sono accadimenti piccolissimi che rimangono incastrati li' da qualche parte, tra le pieghe del blu e di cio' che doveva essere, lampi oscuri che stringono luce nella morsa del dubbio, discussione infinita alla quale non so sottrarmi.
Forse gioco, forse nostalgia, forse conferma, passi laterali nella cieca avanzata, avanti sempre avanti e non sia mai che cambi ma s'intende non ridiscutere, non negare, uscire e non fuggire, nuova aria nella stantia stanza del gia' visto, del gia' vissuto, del gia' passato.
In fondo e' cantare canzone, una di quelle di sempre, una di quelle per sempre e inventare arrangiamenti e parole, inserire un respiro di tanto in tanto, allungare materia di nuvole, convulsione di tempo, illudersi di possedere tutto il vento nascosto tra rami ed erba e scatenare collisioni di pianeti ed angeli, tripudio di tutto cio' che poteva avvenire, osanna a giro di basso che come spina dorsale sostiene, tasti d'avorio come battiti di grande cuore e non so, poco altro in fondo.
La mente non e' qui, neppure lontana, sincronia imperfetta, movimento sfasato che distanzia, diverge, crea mondi e dimensioni, parallele realta' che non so comprendere, solo osservare attonito nel tripudio di forme, fantasmi, cacofonia emotiva che sorge come sole alieno, incomprensibile ed affascinante, luce sbagliata su giusto orizzonte, maledizione che e' destino, il contrario chissa', come ricordare, come riconoscere.
Strano modo di cavalcare l'indisponente risveglio all'inutile coricarsi in sogni confusi e maledetti perche' non c'e' risveglio se non altrove, non c'e' dormire se non diverso in mare piu' caldo, meno morbido, piu' colorato, meno opportuno in sospiro che diviene chimera, gentile abbraccio che non e', non puo' essere, orrore che mai sara', sempre meno assimilabile ad utopia irraggiungibile.
Behind a vessel of clouds, a sun wakes up from its lethargy
Refreshes itself with some little raindrops
Plays with the hot flames of the fire
Makes rainbows

martedì, febbraio 12, 2008

Conservare oscuro

Baricentro nella vertigine, colonna di roccia instabile nel fulcro esatto del vuoto, precipizio che sempre meno guardo, progressivamente stanco, annoiato a volte da quell'acqua sul fondo che riflette puntino di giuste proporzioni lontano e persino inutile nel solo rimbalzo d'immagini.
A mani nude ascolto voce di un tempo e si fa strada antica passione, voglia mai dimenticata e ho freddo, sensazione di vertigine sepolta nelle ore da impiegare, nella quotidiana reazione alla paralisi, nello stravolgere giorno con volere, volonta', realizzo.
Disturba, spaventa, si spaventa l'ombra di un sogno troppo grande, irrealizzabile perche' a portata di mano, perche' come fantasma trasportato dal vento, vedo allontanarsi nella mestizia di pigri mesi indaffarati e c'e' la colpa di chi nel lassismo ha seminato parole senza scriverle, gesti che muovono aria in danza che nessuno vuole vedere.
Immaginare l'impossibile e' gioco che aiuta a dormire meglio, ma non abbracciare il sorriso di un tempo, non ancora ad espiare il rimpianto di chi prima di me mi comprese e cerco' di guidarmi con metodo sbagliato forse ma giusta direzione, col coraggio dell'antepone l'altrui vita alla propria.
Profumo di cio' che non puo' piu' essere, peso che solo non guardare rende sostenibile, sguardo di occhi bassi in cerca di perdono dopo indicibile arroganza di chi negli anni ha ricevuto solo oro e diamanti.
Sto dimenticando, dimenticando ogni minuto, ogni nuvola, ogni roccia, ogni albero ed e' cosi' difficile mantenere viva attenzione e concentrazione, far finta sia tutto normale quando e' solo un nuovo modo di scivolare silenziosamente, senza infastidire ed ancora un muro, uno di sempre, uno dei miei, uno eretto mattone su mattone, indifferente nell'indifferenza sino a quando niente importera' piu', niente servira', niente rimarra'.
And the sand
And the sea grows
I close my eyes
Move slowly through drowning waves
Going away on a strange day

lunedì, febbraio 11, 2008

Tenero significato

Sentivo musica che non credevo neppure mi appartenesse ed improvvisamente mi sono sentito cosi' vecchio e cosi' felice di esserlo.
Accade sia allungare la mano e sfiorare qualcosa, tocco invisibile nel buio piu' completo, luogo di sola gioia, di unico senso disponibile di gioia sconfinata.
So perfettamente che vita e morte si sfiorano e nell'apice dell'una si ama voluttuosamente l'altra perche' piacere e' ombra misteriosa, velo che ottenebra confusione e dolore e forse non sara' vero ma sapere di immergersi nel'estasi puo' divenire illusione definitiva come volo oltre i propri cieli, al di la' di ogni possibile ed auspicabile godimento.
Forse e' solo questione di dire basta e finirla di cercare altrove, di spingersi su strade sempre uguali alle altre che appaiono migliori in virtu' di memoria fallace, di stanchezza latente, di inganno obbligatorio, forse seguire e poi fermarsi in unico punto e dall'asfalto osservare le ultime stagioni, sentire sulla pelle avanzare la notte, depositarsi di rugiada e farsi coprire di stelle e gelo, divenire humus per qualcosa che non importa cosa, che non c'e' bisogno cosa, che non dice cosa.
Accordo dissonante provoca brividi, prima reazione di fuga, sensazione di tradimento poi si resta perche' in qualche modo funziona, struttura pare reggere e non importa quanti controtempi vi siano finche' armonia alfine trionfa.
E' che c'e' ancora qualcosa che non comprendo ma so essere voce di bambino che giocava ad essere adulto e adulto sul serio nell'aria vaga antica lezione, risposta rimasta nell'etere, nella testa e come molla compressa da decenni comunque esplode liberando energia sospesa ed e' liberazione gioiosa, comprensione ed esaudita pace ma anche dubbio che in fondo emozione sia forza latente non creabile ma solo scopribile, pietra preziosa in profonda roccia e timore non e' scavare ma scoprirsi vena arida, sentirsi terra esausta, proiezione di tramonto.
It's an illusion, It's a game,
Or reflection of someone else's name.
When you wake in the morning,
Wake and find you're covered in cellophane.

domenica, febbraio 10, 2008

Sbarramento

Come se nebbia creasse leggenda, mi rendo conto d'interpolare ricordi mancanti con immagini e suoni appartenuti all'idea di cio' che sarebbe dovuto essere, che forse e' stato ma senza preciso ricordo.
Del passato ho chiaro retrogusto, a volte quadro generale scomparso in sfumate ombre con strani colori, ecco tanti colori come figure dipinte ma non inchiostrate, ammassi coerenti ma indefiniti, forme fumose da miopia indotte.
Mi e' difficile dire io c'ero, eppure quell'aria e' ancora nei polmoni e sospinge parole e pensieri malgrado quelle parole e quei pensieri siano fuori luogo, fuori misura, arcaico che diviene arcano, antico prematuramente preistorico.
Penso sovente a cio' che ero perche' specchi riflettenti invadono spazi e volume nei quali transito.
Incapace di distogliere lo sguardo, osservo e a ripetizione le stesse considerazioni ruotano tra fantasia e desiderio di caldo come se davvero vi sia senso, bisogno concreto, assoluta necessita'.
Essere cinico come barriera ma non troppo, come posa nemmeno tanto, convinzione ferma ma non immobile, induzione tra forze interconnesse, difficili da separarsi, impossbili da distinguersi, connubio a tratti vanto, altri sentimento di profonda intesa e realizzazione.
Essere distaccato come prova di forza, come canto notturno, come giovane nome, come variante inesplorata, sfida inutilmente vincente di un'impressione tutta mia, solo mia e non e' buona sensazione ma nemmeno infausto presagio, semplice discordanza, forse coincidenza, generico accadimento.
Immaginare precipizio aiuta mentre la corsa diviene di giorno in giorno piu' inutile, devastazione emotiva di necessaria simulazione di vita, somma parabola che suona eterna discesa, poi e' un momento che passa, un bisogno che resta, un respiro che non cessa.
It's time to walk again
It's time to make our way
Through the fountain squares
And the collonades
Your dress is shimmering
Your voice is hiding things
When you say
I've hardly changed