tag:blogger.com,1999:blog-34638662023-11-15T14:18:14.528+01:00Movimento ParticellareVecchia arte, nuova realta'Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.comBlogger431125tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-14533733830916507202012-03-21T21:31:00.000+01:002012-03-21T23:57:01.156+01:00Vedrai<div dir="ltr">
<div style="font-family: "Arial"; font-size: 10pt;">
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Sono solo un po' stanco, in fondo che vuoi che sia, e' sempre questione di talento, talento del vivere in un passato come sarebbe dovuto essere e l'abitudine giusto quel paio di volte l'anno non sempre basta, non sempre e' sufficiente per non guardare tra le crepe del soffitto, per tornare ad una finestra sempre piu' piccola, sempre piu' scura, sempre meno spazio la' fuori ammesso che un fuori sia mai esistito. </div>
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E' voglia di fottersi l'anima sbattendola contro cocci e rasoi, sentire qualcosa che urla dopo aver sigillato la bocca per non parlare e buttare le vittorie per ingoiare le sconfitte e vomitarle tra lacrime e bestemmie perche' non possono vincere stupore e piacere e menzogne e bellezza e tutto quanto c'e' nell'eta' della conquista, nel momento del riscatto e del bisogno d'accettazione. </div>
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La nostalgia e' per chi ricorda, e' per chi ha vissuto, per chi ha amato e sofferto e agli altri resta un film in bianco e nero e del resto il sole brilla sempre alla televisione e in culo tutto il resto.</div>
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Le rughe degli altri sono i sorrisi che ho perso per strada e s'affaccia un orgoglio nuovo, voglia di nuovo dolore, sensazione da recuperare tra nuovo e vecchi compagni di strada e che strada, quella attraversata da una parte all'altra senza guardare, senza vedere, vivo nel non sentirsi vivo e non e' mai passata, non passera', non puo' passare e finira' senza passare, finira' laddove qualcosa dira' basta e basta e' vicino, basta e' lontano, basta fa paura, basta racconta storie spaventose che fanno dormire e voglio dormire, voglio il lampo che acceca e poi il buio che viva dell'istante di luce unica ed irripetibile.</div>
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Sapevo di qualcosa rimasto, non sapevo dove, tutto finito ed e' stupendo come non potevo immaginare, perche' lo stupore dura solo una vita e percio' e' prezioso sopra ogni altra cosa.</div>
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Il volume e' altissimo, io non sono qui, non sono mai stato qui.</div>
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<span style="color: blue;"><em>But we could live by the foot of the mountain</em></span></div>
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<span style="color: blue;"><em>We could make us a white picket fence</em></span></div>
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<span style="color: blue;"><em>Build a home by the foot of the mountain</em></span></div>
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<span style="color: blue;"><em>We could stay there and see how it ends</em></span></div>
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<span style="color: blue;"><em>Yes, we could stay there and see how it ends</em></span></div>
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<span style="color: blue;"><em>We could stay there and see how it ends</em></span></div>
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</div>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-24247437155484440702011-09-15T16:58:00.001+02:002011-09-15T16:58:42.457+02:00Sulla strada ancoraCerti momenti meritano di restare. <br />
E' forse la leggerezza di essere solo, un poco liberi, carichi di dolore che viaggia nel corpo come una palla di fuoco impazzita perche' il dolore e' fluido, il dolore e' sempre in movimento e non sparisce ma si muove e laddove e' funzione dello spazio allora e' necessario, benaugurante perche' sapere di esserci e' questione di confini, di steccati senza i quali si resta aria poco calda. <br />
Il dolore no, il dolore dice esattamente dove sei e se ci sei e per questo in certi giorni, in certe sere, stagliandosi al tramonto, diviene compagno ed amico.<br />
Il dolore e' bussola, il dolore e' tracciato e li' e solo li' scolpisce le impronte con fluidi ed avvolgenti ricordi, foto successive, rotonde e morbide e non c'e' piu' nessun distacco, nessuna frattura, nessuna perdita di peso, equilibrio totale, totale posizionamento nello spazio come non esistesse un altrove, come se il bisogno di esistere si riducesse ad un unico, superbo punto.<br />
Caldo ma non importa, perche' sudare e' mescolarsi con l'oceano, rientrare nell'agognato bisogno d'appartenere, di appartenersi eppure uscire dal melodrammatico bisogno di non essere e farsi cosi' riconoscere, sussurrare e ugualmente ascoltare seppur in lingua semplice e poco elegante.<br />
Io vedo, io capisco ed ognuno comprende di far parte di una piccola cosa che vale il tempo di uno sguardo, di un respiro incrociato, del senso di appartenenza nell'evento irripetibile di condividere ossigeno e sabbia, di mescolare l'assenza di pensieri a formare un grande, immenso, soave tutto.<br />
Cosi' e' stato, cosi' voglio che sia, cosi' deve rimanere e vivo per cio' che doveva accadere e almeno per poco e' accaduto.<br />
<i><span style="color: yellow;">Beauty I'd always missed<br />
With these eyes before,<br />
Just what the truth is<br />
I can't say anymore.</span></i>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-83596766884096571362011-06-26T23:18:00.004+02:002011-06-26T23:55:15.539+02:00Qualche mese di troppo<div>
<span style="font-family: Arial;">Sono stato confuso o forse ho piu' temuto di esserlo perche' troppo e' troppo poco nello spazio udito, nella luce che abbaglia, nell'acqua che soffoca e quando ho creduto che potevo andare, sono rimasto o forse e' successo l'opposto ma che importa ricordare, sono stanco di ricordare. <br />Noia non era, gioia non era, alba non era, fari abbaglianti nella nebbia e improvviso bianco e nero si confondono, tutto grigio, troppo grigio e sottile disprezzo come lama per tagliare e passare oltre quando oltre e' sempre stato qui e solo qui. <br />E' che il solo destino auspicabile e' un timpano in un oceano di violini, un tacco battuto nella silenziosa penombra di una cattedrale poi una corsa cieca e cadere senza forze col cuore che a poco a poco si spegne e lasciare tutto sognando la propria vita e che la musica sia battito, che il cielo sia carne, che i ricordi siano ossa e tendini. <br />Talvolta torno in strada, quella strada e salgo in auto dentro alle notti non troppo calde, pochi insetti, poco movimento anche nelle serrande abbassate di grigio televisore e ogni metro e' una piccola spinta in avanti, la fuga di chi sente assottigliare l'aria alla velocita' dell'aria poco illuminata, con i piedi che non correranno mai abbastanza, non troppo, troppo poco.<br />Cio' che voglio e' un divano pieno di parole e poi un giorno da spegnere e altre parole, gente da vedere e infinite parole, musica che esca da nuove grotte e ancora parole mentre scivolo via, silenzioso come un ladro, a lato delle aspettative, del bisogno di normalita' e vita condivisa.<br />Ho scelto, bene o male ma che importa. Il tempo passa e cio' in cui sono dentro si restringe e quando lo spazio sara' terminato faro' un cenno, un piccolo saluto.<br />No, non credo sorridero', non troppo almeno, tanto non torno, non torno piu'.<br /><span style="color: blue;">Klammer auf, script, langugage, Klammer zu, ist gleich, in Anführungszeichen, javascript, <br />Eins Punkt eins, ist gleich, kleiner, Ausrufungszeichen, minus, minus, <br />HIDE ME <br />Browser, ok, ist gleich, <br />TRUE</span> </span></div>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-78762582826431856412010-12-26T11:49:00.001+01:002010-12-26T12:15:59.157+01:00Buono<DIV dir=ltr> <DIV style="FONT-FAMILY: 'Arial'; FONT-SIZE: 10pt"> <DIV>Scappare e li' lasciare, lasciare sul serio mani, torace, occhi, orecchie e labbra e non pensare, non ricordare, smettere di esistere in un luogo del quale non desidero avere memoria quindi io non so, no non so.</DIV> <DIV>Pero' mi domando quale sia il bersaglio di freccia scagliata da troppo tempo per averne memoria ma anche questo in fondo poco importa e difficilmente so, piu' facilmente ignoro e non voglio, non mi interessa sostenere alcuno sguardo mentre parlo piano, filo di voce, apparente fermezza, tanta stanchezza, feroce belva tra le costole che non se ne vuole andare e non mi lascia, vorrebbe non far dormire e soffre mai paga, poco rassegnata.</DIV> <DIV>Serve poco tormentarmi perche' in fondo me ne sono gia' andato e serbo presagio dell'ancor prima partire.</DIV> <DIV>Un tempo era rabbia e derisione d'invidia coperta, lampadari e non pavimenti da fissare come se in alto le stelle fossero piu' vicine, il silenzio piu' pressante, il sospiro infine assente malgrado nessuno voglia che cio' avvenga.</DIV> <DIV>Quanti chilometri devo percorrere prima di smarrire la via di casa e cancellare l'intera mia memoria, quanti saloni pieni di gente ho da evitare per essere infine solo nella maledizione cercata di chi ha da espiare la colpa di non volere colpe, di non affrontare l'idea di essere altri e di altri l'orrenda abitudine e ciclo vitale.</DIV> <DIV>Spezzare le catene del tempo, scivolare noncurante nell'altrui trascorrere perche' ci fu quando come pietra non mossi vento che non fosse passato tra le mie dita perche' c'e' sempre un momento in cui tutto inizia e nulla finisce e immobile complicare cieli e montagne semplicemente perche possibile, noiosamente auspicabile.</DIV> <DIV>Apparire, non piu' delegare alle opportunita' e alle occasioni e annullarsi dentro qualcosa non sia un ricordo e che spettri lascino pietre e intonaco laddove devono essere perche' a volte prigione e' ossigeno, e' luce, e' musica, e' fuggire per non essere mai piu' liberi.</DIV> <DIV><FONT color=#0000ff><EM>It's not far to never-never land, no reason to pretend</EM></FONT></DIV> <DIV><FONT color=#0000ff><EM>And if the wind is right you can find the joy of innocence again</EM></FONT></DIV> <DIV><FONT color=#0000ff><EM>Oh, the canvas can do miracles, just you wait and see.</EM></FONT></DIV> <DIV><FONT color=#0000ff><EM>Believe me.</EM></FONT></DIV></DIV></DIV>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-28283110413630754062010-09-16T12:29:00.001+02:002010-09-16T12:29:53.948+02:00La voce della rupe<DIV><FONT size=2 face=Arial>Parlo di liberta' eppure sono cristallo inerte che non risuona, simpatia d'onda assente o solo silenziosa, smarrita nei giorni che ho visto senza che vi fosse spazio per conservarli da qualche parte, in qualche modo fragili.<BR>Fragili, fragile come quegli accordi che ho voluto seppellire nascondendo invero cio' che mi ha fatto sprofondare nell'abisso di una normale vittoria quotidiana accettandola come fosse bisogno essenziale, vita come unico modo per guadare blu del cielo quando vento asciuga pensieri e si resta li' inermi dall'assenza di paura e i movimenti lenti conducono nel morbido tepore di parole che sanno comprendere e chiudere nel silenzio cio' che non riesco a dire, pronuncia di una preghiera antica della quale ascolto suono e il senso ne sorpassa la sintassi.<BR>Voglia di fiore luminoso e delle sue canzoni, delle sue lacrime, di un sorriso prima dei titoli di coda e nella notte cerco sigarette spente e gettate nel vortice di inutile bisogno che mi fa vacillare e perdendo la presa scivolo e m'importa sempre meno perche' in un cosmo capovolto il paradiso e' nel fondo di tutti i desideri laddove algebra impazzisce eppure ogni somma ha un suo senso e geometria non delimita ma inventa nuove forme e sconvolto ritrovo un equilibrio altrimenti relegato a notti con molto piu' inverno di questa, molto piu' buie di questa.<BR>Mi sento stanco, vorrei camminare e so che non mi fermerei innanzi ad un muro di luce nemmeno quando le mani trasparenti lasciassero il cuore esposto a pensieri tossici e famelici nel male che avanza da qualche parte anche se non so dove, se temo un perche' nella giravolta cosmica dei sensi straziati ed infine inermi.<BR>Perche' e conosco il perche' ma non ho voluto separarmi completamente da una idea di banale trascorrere di fatti, di piccola necessita' e pago oggi l'umanita' plastificata a me destinata non fosse pero' la voglia d'indefinibile incertezza e magniloquente follia.<BR>Preparate qualcosa, a qualcosa servira'.<BR><FONT color=#0000ff><EM>Caught in a building of cages<BR>Life turned away from reality<BR>He feels no inside nor outside<BR>Soulless waiting for the end</EM></FONT></FONT></DIV>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-87739471362557903652010-06-06T23:52:00.001+02:002010-06-06T23:52:54.118+02:00Senza affondare<DIV><FONT size=2 face=Arial>Frammenti incerti di realta' e non so che farmene, non so come gestirli, non riesco a confonderli col giusto, con il deciso, con un senso di quotidiano che sfugge ad occhi freddi e sempre piu' annoiati.<BR>Ho brandelli di un passato che sporcano casa da non tenere pulita, umida e scrostata ma del resto e' nota e una sola, nenia nel buio di sala silenziosa, di albero senza un nuovo inverno, ghiaccio eterno, eterno imbrunire di anima che sa di nebbia, cristallo spento eppur vibrante, silenzioso cuore, vita dove non c'e' vita, passione per scegliere, per non cadere nell'infinito squallore di pietre sempre piu' levigate, un giorno dimenticate, senza rispetto, senza bisogno.<BR>Spartiti di canzoni e terre lontane per togliere dal cielo troppe stelle, troppo caldo, traspirazioni moleste di chi non sa come uscire dalla vita e intanto storie di eroi e adolescenza, miti di giorni che non se ne vogliono andare e io che non guardo piu' e ancora mani sottili a girare capo ed eventualita', potenzialita', sensazioni che in fondo e' bene aver perduto.<BR>Raccontami qualcosa che non so tanto io resto qui perche' andare e' un bisogno inutile, e' la soddisfazione di piccolo spazio in grande luogo, e' il contrario di un racconto stanco ma necessario e c'e' chi invidia, c'e' chi lascia scorrere, chi si crogiola in finta eternita', in sublime intimita', in ordinario compiuto.<BR>Eppure esiste, esiste una strada ed e' sporco vetro a separarmi da essa, e' una direzione silenziosa d'inarrivabile chiamata e continua l'immagine di porta chiusa, di scala discesa, di attesa e poi via, poi sorridere, poi dimenticare, poi finire senza iniziare e poter essere almeno per un giorno sconosciuti a se' stessi, al ruolo scolpito quando sole allo zenit sapeva di coraggio e primavera, quando luna raccontava storie che dondolavano l'anima in ore legate tra loro da fluide ed evanescenti parole in storie che infine appaiono vicine realta' scostate d'atomi e scelte sbagliate, illusioni che un po' confondono, silenti colpiscono e ancora sospirano, talvolta cantano.<BR><EM><FONT color=#0000ff>I still dream of Organon.<BR>I wake up cryin'. <BR>You're making rain, <BR>And you're just in reach, <BR>When you and sleep escape me.</FONT></EM></FONT></DIV>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-33191728998155788802010-03-02T21:23:00.001+01:002010-03-02T21:23:38.463+01:00Ventitre come infinito<DIV><FONT size=2 face=Arial>E' primavera. Dovrebbe essere estate inoltrata ma e' primavera.<BR>Giorno di fine Ottobre, notte di Maggio, alba di Gennaio e se non v'e' differenza alcuna tra tempo e spazio allora corro veloce e non ricordo altre prima d'ora cosi' o forse e' stato ieri o un miliardo di milioni di miliardi di anni passati, di asfalti cancellati, di fiumi secchi, di alberi svuotati da foglie e rami, di paesaggi che come ombre sfumano e inquietano.<BR>Ho viaggiato in diagonale tra l'alto e il basso per non dimenticare mai da dove vengo e ho lasciato pietre nere lungo il percorso per raccontarmi il futuro e non trascurare che sopra ogni casa esistono soffitte, soffitte e bauli di polvere e fotografie che raccontano mani, sapori, odori, scogli e dondoli ed il respiro si accorcia, gli occhi si chiudono, le forze abbandonano e si smette di ricordare per iniziare e vivere confondendo direzione, sbagliando tempo.<BR>Sono nato domani nell'epoca degli ascensori, quando la musica si fara' argento, con gente sgargiante e sorridente tra televisori accesi e mondi sempre piu' vicini, cosi vicini che un respiro e' tempesta.<BR>Primavera e' sole che abbaglia ma primavera e' pioggia gelata che nasconde movimenti e piega gambe perche' so di essere caduto e aver tentato di rialzarmi ma a terra di nuovo ho avuto paura di non riuscire e piantando dita in terra ho spostato il mondo e l'ho fatto con la rabbia di un dio malvagio.<BR>Quando tutto e' ripartito ho urlato di guardarmi muovere ma c'e' chi era li' e ha visto l'illusione per poi voltarsi e ripartire, in silenzio tornare, con un sorriso ricominciare.<BR>Ancora le gambe non si muovono ma le braccia si e mentre tutto e' fermo si guardano le stelle che la nebbia della citta' ha tolto e si vola, giusto un poco, quel tanto che basta per bagnarsi in una nuvola, per scavalcare la Luna, per galleggiare a pochi centimetri dal suolo e illudersi sia questo, unico modo di camminare.<BR>In un piccolo mondo ovunque ti giri c'e' sempre la tua primavera a ricordarti che una ne esiste e rimane e i suoi profumi sono i tuoi, il suo sole il tuo e anche quando e' lontana, il silenzio e' il suo bacio in dono, la rugiada infiniti ricordi in gocce di vita alla quale e' impossibile rinunciare.<BR><EM><FONT color=#0000ff>C'e' chi nasce per star seduto sulla riva d'un fiume, c'e' chi viene colpito dal fulmine, <BR>c'e' chi ha orecchio per la musica, c'e' chi e' artista, c'e' chi nuota, <BR>c'e' chi e' esperto di bottoni, c'e' chi conosce Shakespeare, c'e' chi nasce madre <BR>e c'e' anche chi danza</FONT></EM></FONT></DIV>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-67448060161456999152010-02-17T23:40:00.000+01:002010-02-17T23:42:38.670+01:00Superstringa<DIV><FONT size=2 face=Arial>ALLARGARE, strana parola, ALLARGARE, una A tante L che non ho voglia di contare, GARE, ARE, LARGARE, ALLAR no qualcosa non suona nel verso giusto.<BR>Conoscevo questa parola ALLARGARE, credo persino di averla adoperata e se ben ricordo ridevo, no ero soddisfatto di qualcosa, meglio dire in attesa di qualcosa, qualcosa che ha a che fare con ALLARGARE e tempo restante.<BR>Che strana unione di lettere ALLARGARE, sembra gettata li', termine con senso quando deriva da confuso lancio di dadi e ricordi perche' ci sono mani e sopra le mani un volto, tanti volti, no un volto fatto da mille volti forse perche' inutili, trasparenti, sottili come un soffio di vento un po' piu' forte del normale e cio' che vedo e' uno, cio' che odo e' il mio lamento perche' si fa prima, molto prima che pensare, pensare ad ALLARGARE.<BR>ALLARGARE, ALLAGARE no e' ALLARGARE perche' esondano pensieri ma non parole, strabordano i minuti, le ore, tramonti oddio quanti tramonti, finestre e quante finestre e apritele quelle finestre perche' si annega, perche' non c'e' spazio per pensare, per salvarsi si, salvarsi il futuro, salvare le notti da dolorosa quiete, non perdersi, non smarrirsi mai, non lasciar ALLAGARE le vie d'uscita, no no no, ALLARGARE la fuga ma fuga da cosa, fuga verso dove?<BR>Mi dicono sia giusto correre ALLE GARE ad ALLARGARE e pare si riduca tutto a questo e il torto e' mio cosi' sembra, cosi' appare, cosi' storia ordina, storia impera sulle voglie di conquista e vittoria, ALLUNGARE umana ombra su terra esausta, cerchio da spezzare, sparire in un sospiro, andarsene nel silenzio, milioni in uno, milioni in zero, spazio, spazio, spazio ALLARGATO, LUNGO, corto senza impegno apparente, reale abbandono, non resa, stanchezza.<BR>Se avessi frainteso andrebbe bene altrimenti ALLARGARE non basterebbe con questa poca luce, con la voglia di ritrovare ed ALLARGARE, ringhiare, ringraziare. <BR><FONT color=#0000ff><EM>You always kept a sunset <BR>Behind your lonely shoulder <BR>You never showed on photographs <BR>And you never grew much older</EM></FONT> </FONT></DIV>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-8603228051840098282010-02-09T22:07:00.000+01:002010-02-09T22:08:24.275+01:00Tra le coltri grigie di un giorno fantastico<DIV><FONT size=2 face=Arial>Occhi e altri due ancora a nascondere chissa' quali pensieri, chissa' quali bisogni.<BR>Lenti, lentissimi, silenziosi sfiorandosi appena, ceneri di fuochi dimenticati eppure vicini nell'unica forma d'amore possibile al mondo, quel mondo immaginato, costruito poi perduto, smarrito nel quotidiano, nei figli scappati chissa' dove, nelle ore di un televisore che abbaglia e fa bene, poi fa male, poi racconta e culla come mani buone.<BR>Bambini che giocano e troppi ricordi, sorriso accennato, sorriso preoccupato e forse non e' bastato il tempo, forse il tempo e' velo fragile di tagliente ghiaccio che perfora anima e cuore, risveglia lacrime e impedisce di dormire, accende sogni e uccide futuro, domanda cosa resta e non risponde, non alle parole, non a cio' che non e' stato, non a cio' che non sara' e ogni cosa s'ammanta di tetro silenzio, di preghiera flebile e inascoltata.<BR>Dove giace la vita, fuori o sopra grigia panchina, tra i carrelli, nei passi lenti, con gli occhi avidi bisognosi di nulla, via nell'impazienza e come sa muoversi se si muove, come ansima se ha ancora un respiro da spendere e all'improvviso andarsene, andarsene dove per poi non stringersi comunque, per avere niente da raccontare, da raccontarsi.<BR>Cosa resta oltre il ricordo e non pretendo chissa' quali storie e domandarsi se sia giusto continuare quando ogni secondo e' alle spalle, se nessuno osserva, se nessuno vede e ogni opzione termina giu' da ferro e scale.<BR>Paralizzato osservo perche' ho altro, tanto altro da fare, glorificare la corsa, inneggiare gambe scattanti, creare felicita' diversa dalla mia, accettare e spendere cio' che non possiedo, che ho creduto d'avere ma ora non piu'.<BR>Vorrei aver parlato o immaginare d'averlo fatto ma non e' epoca giusta per uscire dall'eterno mezzo che non condanna e non premia, incapacita' di urlare e fermare il rumore, brusio al quale non bisognerebbe abituarsi mai, arrendersi mai senza cedere alla pieta' e alla carita', pensare, pensare come uomini fieri anche di perdere in questa vita creata nella vittoria e terminata sempre in sconfitta.<BR><FONT color=#0000ff><EM>Time slips away<BR>And the light begins to fade<BR>And everything is quiet now<BR>Feeling is gone<BR>And the picture disappears<BR>And everything is cold now<BR>The dream had to end<BR>The wish never came true<BR>And the girl<BR>Starts to sing<BR>Seventeen seconds<BR>A measure of life</EM></FONT></FONT></DIV>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-53642788698424634922009-12-20T13:25:00.001+01:002009-12-20T13:25:33.525+01:00Lasciate che sappiano<DIV><FONT size=2 face=Arial>Le sedie suonavano, le gole cantavano, le mani si muovevano veloci non sapendo dove, non sapendo come, aria come oro, irrefrenabili ore, catodiche emozioni in un tempo infinito, in un bisogno di vivere incomprensibile eppure naturale.<BR>Emozione stato naturale delle cose, esistenza tamburo nella savana piu' oscura ma e' esistere del momento, e' impossibilita' di futuro come sole che non sorge, e' liberarsi di passato scomodo che finalmente cessa di essere vincolo.<BR>Rimpianto, non so, forse si, forse ritorno a domande che non hanno risposta, questioni sospese mai piu' esaudite, mai esaurite e c'e' sempre un maledetto qualcosa che racconta e ricorda e recrimina e non lascia soli neppure nello sguardo distolto, nel cielo troppo azzurro, nella rullante piu' forte del cuore, nel piede che colpisce sempre piu' forte, sempre piu' svelto ma quel muro non cade, la voglia di non esserci si fa suadente e si veste di festa.<BR>Le sedie urlavano, le gole cantavano, qualcosa si ruppe ed e' breve strada da percorrersi con sguardo incerto, con petto tremante, freddo che non da' pace, speranza di un sorriso, con pelle e profumo misto rabbia, castello di lacrime e adrenalina, incomprensione e sere di auto e luci e ghiaccio e impronte e sorrisi e soffitti ciechi.<BR>Dove sono stato, quali canzoni hanno preso il posto delle stelle, quale buio ha sopraffatto il buio, ha nascosto strada e direzione da seguire perche' arrivare non e' detto sia conclusione e conclusione puo' forse essere sbagliata ma irrequieta gonfiare fiato silenzioso e montare a tempesta, uragano, cataclisma di intero cosmo.<BR>Qualcuno non c'e' piu', qualcuno resta nel proprio nulla, altri non s'arrendono a sconfitta risolta, ancora non sanno che guerra non e' avvenuta e non c'e' piu' bisogno di ridere e urlare.<BR>Io posso solo salutare, riesco a guardare indietro e regalare tutto cio' che non ho piu' a chi poteva essere, a chi doveva nascere, a chi non doveva andarsene, a cio' che non doveva avvenire, al bisogno di continuare a scrivere per osannare l'oggi, inutile ma i debiti si pagano e almeno che possa pagarli per tutti.<BR><FONT color=#0000ff><EM>Couldn't ask for more you said<BR>Couldn't ever let it end<BR>Take it all<BR>Take it all<BR>And strike me dead</EM></FONT> </FONT></DIV>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-26629733273161073522009-10-31T01:20:00.001+01:002009-10-31T01:20:42.586+01:00Che sara'<DIV><FONT size=2 face=Arial>Un tempo i divani erano lisci e marroni, luci bianche e gialle, strane forme, normali forme dicevano, morbido camminare e non capivo l'orgoglio di caldo suolo che in fondo scaldavano giochi e poco altro.<BR>Riconosco chiarore bianco e grigio, non c'e' stato un sole migliore in tutta la mia vita, rovente tra mani e affondare dolce, mondo dietro, protezione e unita' seppur qualcosa viscido strisciava, qualcosa non funzionava e mai ha funzionato se ben ci penso ma ora che importa in un sogno passato pieno di chiarori bianchi e grigi. <BR>Ecco che immagini ruota e il suono, si il suono ruota con esse e quella danza prende anche me trascinandomi e gioendo mi stringe nell'unico abbraccio che mai ha avuto senso ricevere, che forte non ho dimenticato e negli anni ho seppellito sotto roccia e ghiaccio, celato nelle nebbie e nell'imbrunire di un sole sempre piu' pallido e morente.<BR>Poi mescolo realta' e fantasia, turbino come girandola impazzita, incontrollabile, ingovernabile, ignorando nuvole e strapiombi tanto e' uguale, comunque e' precipitare in diverso orrendo spazio e cio' che resta e' rabbia fin troppo espressa, rancore tanto orrendo da esprimersi con silenzi e sorrisi, massima indifferenza di cuore pietrificato, cervello lontanissimo di un eventuale futuro che non puo' essere, che non vuole esistere ed indifferente vaga nella terra di probabilita' derise e gia' dimenticate, solo dedotte tra noia e stanchezza.<BR>In fondo quelle luci ruotavano talmente veloci da non essere dimenticate, canzoni incastrate in inconscio tormentato da parole incomprese fino a nuove notti, stelle che solo ora scorgo, sempre meno conto, di soppiatto spio, in silenzio prego che portino lontano i ricordi, queste mani protese, dita nervose, carne stanca.<BR>Autorizzo occhi a guardare altrove perche' si resta o si muore, letto immutato non ha gambe per accogliermi e sempre meno ad esso declino sorrisi perche' corsa e' gia' iniziata, fine preannunciata e se restasse infine una sola canzone allora sarei arrivato, sempre che sia mai partito.<BR><FONT color=#0000ff><EM>Cambiare direzione<BR>E farsi una ragione<BR>Che quello che non sei<BR>Non diventerai<BR>Fine della storia<BR>E se non hai memoria<BR>Ora sai non mi troverai<BR>Cambio direzione</EM></FONT></FONT></DIV>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-20358486866259066272009-10-03T11:11:00.001+02:002009-10-03T11:11:22.453+02:00Diavoli e alieni<DIV><FONT size=2 face=Arial>Quattro piccole ruote, latta o alluminio non so, poca energia quanto basta per essere lenti ma non immobili.<BR>Corro, tanto non ho niente di meglio da fare, non ho voglia di ascoltare voci o vento, l'asfalto mormora e sussurra se pizzicato ma oggi tace e i kilometri non raccolgono, non concentrano, non compattano e perche' correre, perche' quindi non aprire un poco il cuore, sentire altri suoni, ascoltare altre luci affinche' frequenza divenga nota, accordo, sinfonia.<BR>Rallento e l'egoismo si gonfia come petto d'aria inspirata, paradiso, paradiso, paradiso ecco io ti merito, quindi c'e' un cuore, forse sono buono, si sono buono, si sono buono, sono, forse ero, ora m'annullo e osservo.<BR>Quattro piccole ruote, latta o alluminio non so, poca energia quanto basta per essere lenti ma non immobili e dietro, in mezzo una vita intera che passa lenta ed osservo svuotandomi passo per passo e come un guscio forte fuori e vuoto dentro respiro piano per riempire un vuoto, per comprendere un vuoto, per imparare dal vuoto.<BR>Poi si ferma, si gira e la testa si piega appena e quella vita e' la mia vita, e' tutto cio' che non ho avuto, che mai imparero' a conoscere e scoprire che la dignita' corre piu' veloce di gambe, motori, reazioni e reattori e in essa ci si perde e lentamente si affoga, fiato trattenuto, fondo trascinato e buio e paura e non riesco e non posso e non ce la faccio, non oltre, non ancora e alla fine, alla fine ritrovarsi nuovo respiro e anche il mio capo accenna un grazie, il mio grazie, il solo grazie che un senso puo' regalare e riemergere volendo restare, volendo fermare la corsa, interrompendo la strada, zittendo l'asfalto, placando il dolore, lasciandosi dietro, rimanendo indietro, perdendosi indietro.<BR>Non ho voglia di ripartire, ma lo faccio e non fa neppure troppo male, non resto li' a pensare, non voglio in fondo neppure restare perche' in certi luoghi si sta e si va nel contempo e senza confondersi, senza rimpiangere, senza rimpiangersi, piu' pesanti e piu' leggeri, confuso ma non spaventato, vita sottratta al prezzo di un sogno in meno per un ringraziamento in piu'.<BR>(nessuna canzone perche' questa canzone e' mia, questa canzone e' per chi ha una vita dietro quattro ruote e un po' di latta, per cio' che ho perso negli anni che verranno, per cio' che ho avuto...)</FONT></DIV>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-66751331857829655082009-09-12T11:32:00.000+02:002009-09-12T11:33:10.665+02:00Innovazione e supremazia<DIV><FONT size=2 face=Arial>Potrebbe sembrare universo in continua contrazione o infinita espansione, che differenza fa in fondo, che potrebbe cambiare nei giorni piu' corti del futuro opaco e grigio come polveroso fantasma stanco di spaventare e urlare e sbattere inferiate nella sottile necessita' di esistere ancora un poco, ancora un minuto, sempre un minuto di troppo.<BR>Non so se ho scelto, non so se sono stato scelto, non conosco il momento e neppure il giusto sentimento, negazioni forse pari, forse dispari, forse nel candido e profondo sospiro di un sogno che non ho voluto mi accompagnasse nei giorni, nelle notti, nei passi pesanti, dietro le porte che si chiudono con facile noncuranza, con voluttuoso gesto, artistico sorriso di morte e desolante divertimento.<BR>Oggi e' giusto, oggi e' sbagliato, oggi ho troppa forza, esigenza di qualcosa che renda migliore e unico cartone pieno di fumante cibo come fosse il solo nutrimento possibile e forse lo e', che lo sia quando si vuole dimenticare mentre si vaneggia logica distorta, concetto piegato, pensiero spezzato.<BR>Gia' spezzato e se invero fosse sapore d'urlo che ho dimenticato d'assaggiare tra neve ed asfalto, tra cicale e polline e che sapore avrebbe avuto, che gusto non ho apprezzato e rido dicendolo e calcio porte e mobili e dita sanguinano, polmoni strillano a chi, per cosa nel senso compiuto di rispettoso ascolto, mesto addio.<BR>Nuvola e nuvola sia, vento e che bruci via affanno e pietoso arrendersi ma io c'ero, io non ho visto, io ho saltato corpi ed ostacoli e niente, niente risuona nel giusto modo nell'inutile vastita' del futuro negato e al diavolo cio' che striscia perche' di terra si nutre, di sporcizia e pensieri cattivi s'inebria.<BR>Poi c'e' un cielo e quel cielo e' colmo di quell'azzurro, onde di luce e sotto il blu dell'alba tutto potrebbe cambiare lo so, ogni ora dimenticata avrebbe un senso, non definisco ma qualcosa potrebbe compiersi, liberarsi, persino volare e perche' no, vivere in eterno.<BR><FONT color=#0000ff><EM>I told you<BR>That we could fly<BR>'Cause we all have wings<BR>But some of us don't know why</EM></FONT></FONT></DIV>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-26177314568145986102009-07-23T10:00:00.001+02:002009-07-30T10:32:44.036+02:00Lessico infamigliare<DIV><FONT size=2 face=Arial>Osservo piccola colonna d'acqua, perfetta, cosmico equilibrio, sobria forma che m'affascina come mai prima e non penso, non formulo grandi domande, allungo la mano e la temperatura e' indefinibile ma esatta nell'avvolgere pelle e sensi, nervi come neve che saluta il mondo per farsi respirare e regalare un momento di vita in piu'.<BR>Pelle che conosco benissimo e mi sorprende aver dimenticato cosi' in fretta e cosi' in fretta recuperato indifferenti anni incapace pero' di scordare, di seppellire completamente ed e' normale, naturale nell'ampia sua accezione.<BR>Dove sono stato, fin dove mi sono spinto, non si esce dal proprio sangue, quasi mai, non del tutto, ignorare non cancellare e straniante confusione, capo leggero nella tempesta del tempo, nel vortice dei ricordi ma forse basta non perdersi tra terra umida e radici brune, filamenti aggrappati a fango e sabbia, foglie morte d'olezzo forte ma sono fine, sono inizio, nuovo cerchio, cerchio da spezzare pero', da punire e far cessar di rotolare.<BR>Rimuovere da dove si proviene e tramutare il presente in un eterno ieri, incerto domani senza guardare in basso perche' immagini fluttuano e danzano e colpiscono forte, dolorosamente le braccia resistono poi colpiscono il vuoto e stanche s'accasciano, inutili gesticolano ed e' battaglia d'intenzioni opposte ed incoerenti.<BR>Ma c'e' acqua e d'improvviso sono sereno e non mi riconosco piu', piccolo trapasso che vede allontanarmi e in terza persona osservarmi, ridefinirmi e senza pregiudizi tracciare un profilo che giustifichi indifferenza laddove pieta' o equivalente rabbia non scavano, neppure dimorano e cuore resta a guardare annoiato, un poco indispettito, timore di strane rivelazioni, inaspettate scoperte ma c'e' accurato lavoro di costruzione, muro di mattone quotidiano, invincibile forse, impenetrabile si dice ma acqua e' placida, acqua non dorme e colpisce pelle su pelle su pelle lasciando inalterata la convinzione che nulla possa piu' accadere, niente sappia piu' ferire, che da qualche parte sangue copioso scorra, illudendosi sia retaggio di pomeriggi antichi e non dolore futuro.<BR><EM><FONT color=#0000ff>It's been a long road<BR>getting from there to here.<BR>It's been a long time<BR>but my time is finally near</FONT></EM></FONT></DIV>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-36975384590136663512009-06-22T13:09:00.000+02:002009-06-22T13:11:40.601+02:00Il chiuso esterno<DIV><FONT size=2 face=Arial>Completa sincronia, totale distacco, lisergico momento di ghiandole e stanchezza, avvicino i suoni a me perche' li voglio stringere, abbracciare, dedicare loro i miei sogni piu' belli, gli incubi peggiori e instancabile racconto tra bisogni e pensieri che strappo violentemente dall'anima e con odio sfondo il loro grigio cuore nella speranza di rosso sangue, nel desiderio sadico e cattivo di tranciare braccia e gambe affinche' non scappino piu', non s'allontanino troppo da me e con me finiscano i loro giorni, le loro voglie, bisogni e necessita'.<BR>Ascolto e sento e comprendo e mi domando se sia quella unica felicita', sia l'eterno colore che ruota e si mescola dentro altro colore, dentro altro colore, dentro caleidoscopio di schermi e dentro forme e dentro suoni e dentro flauti meccanici eppur dolcissimi, stridore di denti morbidi ed avvolgenti e non provo dolore al tocco anzi calda sensazione di trovata meraviglia che meraviglia non e', non dovrebbe almeno, non in questi anni di voli in cieli sempre piu' aperti, sempre piu' alti, d'aria rarefatta che da' alla testa e leggeri ci s'innalza cantando le lodi di un tempo andato ma non dimenticato che vivo, che indosso nelle sere migliori, nel festeggiare cosmo mio solo e di nessun'altro.<BR>Ero la' ed ero bambino, ieri e oggi sul bordo ripido di nastro marrone e gia' comprendevo ma non sentivo, oggi sento e non comprendo ma va bene cosi', meglio e' cosi' se incantato non mi ribello e lascio fare, resto ad ascoltare e che altri osservino scritte d'ignota lingua da tutti compresa e da me solo ignorata quando non ho bisogno di capire nulla, non mi serve tradurre banale segno quando e' il gesto che definisce e giustifica.<BR>Forse e' solo magia o un pezzo d'anima incastrata di colui che ha ridefinito i canoni della morte, ha saputo giocare con essa e vincere, vivendo perfetta dipartita, abbandonando il gioco quando ormai stanco e noioso, senza rimpianti, senza preghiere ma immerso in quei colori, nascosto tra le forme e schermi e caleidoscopi e flauti, si flauti dolcissimi...<BR><EM><FONT color=#0000ff>Lime and limpid green, a second scene <BR>A fight between the blue you once knew. <BR>Floating down, the sound resounds <BR>Around the icy waters underground. <BR>Jupiter and Saturn, Oberon, Miranda <BR>And Titania, Neptune, Titan. <BR>Stars can frighten.</FONT></EM></FONT></DIV>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-1934480769435107332009-06-10T18:24:00.001+02:002009-06-10T18:24:33.135+02:00Dolce, grande, immenso<DIV><FONT size=2 face=Arial>Quasi impossibile restare, quasi brillare, quasi premere con dolce fermezza e se una volta illusione non fosse, se avvicinare il giorno non significasse evitare la notte anzi esaltarla nel pensiero di chi resta, di chi ha ancora una canzone da ascoltare, da vivere in questi giorni spesso uguali, fatti di piccole ore, persino gioie ma in fondo nulla sono i diamanti se smarriti in oceano di un tempo che non appartiene e non si vuole.<BR>Divertimento di cio' che resta e forse e' cinico pensiero, banale rivincita ma e' bene non dimenticare che qualcosa deve ergersi tra il nulla e il cielo, che vi sia una stele d'umana fattura, di un racconto che potrebbe persino piacere se raccontato, magari moda o colorata sequenza d'immagini di breve ma imperituro istante nel cosmo fantasmagorico d'elettrica esistenza, di vuoto reso pensiero, elevato brusio elettrostatico, scintilla ora solo moneta di nessun scambio.<BR>Pero' conosco, pero' ho capito, pero' so e so tutto ma non c'e' piu' vento che rinfreschi, nessuna mano che trattenga e implori tra l'egoismo di ruolo che ho rifiutato senza scuse, senza imitare il bisogno di vivere.<BR>E' forse un giorno speciale e se non oggi un altro oggi e ancora un altro, sempre malinconico guardare in tutte le direzioni, certo troppe, una in piu' non c'e' dubbio, una in meno e si complica un gioco che ho lasciato ad anni banali di caleidoscopico bisogno, di spazio ad un passo dalla porta, da una finestra sempre piu' stretta e corta e opaca e fredda al tocco quando sfiorare e' necessita' di umano esistere.<BR>Sento quell'orchestra ed e' li' fuori e qualcuno ha suonato, qualcuna ha cantato, altri hanno lasciato terreno e spazzatura ed io non ho coraggio, ancora non ho coraggio di abbandonare terra calpestata ed e' freddo, e' umido e sara' sempre cosi', sempre cosi', sempre cosi' e non importa cosa stia guardando, non serve alzarsi in piedi, non c'e' un quando se tutti i forse stanno terminando e cosi' rimango in attesa dell'odio, in attesa di niente che come un gesto cancelli universo intero.<BR><EM><FONT color=#0000ff>You can say the sun is shining if you really want to<BR>I can see the moon and it seems so clear.<BR>You can take the road that takes you to the stars now,<BR>I can take a road that'll see me through<BR>I can take a road that'll see me through.</FONT></EM></FONT></DIV>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-10028737611100037482009-06-03T22:47:00.000+02:002009-06-03T22:48:59.609+02:00...too few to mention...<DIV><FONT size=2 face=Arial>Un passo ed e' un passo pesante di quelli che scuotono fronde di alberi contro tramonti incendiati, contro umani perduti e si scuotono le stelle al di la' della luce, si frantumano pianeti color smeraldo, si aprono oceani e nuovi dei trovano dimora tra polvere e cenere e calce e cristallo a pezzi sotto piedi nudi.<BR>Un passo ed e' uno nuovo in direzione che non so, forse avanti, forse indietro, forse laddove non sono mai stato e non importa perche' ogni luogo e' sconosciuto, ogni salto ultimo che mai potro' compiere e alla fine morte, in fondo vita, nel mezzo un eterno precipitare ed e' quell'eternita' a dare forza, a muovere muscoli, a rendere leggero corpo stanco, sempre piu' stanco, sempre piu' stanco, doppia voce, coro ed e' innanzi e urla e soffoco e trovo un senso o mi pare forse di avere la chiave di una porta che mai ha sbarrato la mia strada eppure un giorno mi sono spostato o rimasto pietra, non so dirlo se buio e' dentro, se buio e' fuori, se tutto si mescola e confonde declinandosi in stanza di orologi fermi, di tempo assente, di canzoni immutabili, di vibrazioni tra ossa e stomaco e nessun pensiero, nessun dolore, ignorare, ignorare, evitare, salto in quella voce e se doppia diviene tripla, decuplica e sa Dio se solo fosse abbandono, se solo sapessi urlare cosi' forte, cosi' maledettamente bene da rendere ogni stanza di questo universo senza tempo, senza il consapevole lascito di umanita' che ricordo di aver avuto, di aver amato.<BR>Un passo e non li conto, non li definisco, non li catalogo in un quaderno rubato troppo tempo prima e che piu' ho voluto ricreare, ripensare tra automobili squadrate e buffi capelli di casa che battezzo unica, sola perche' li' ho dormito, li ho mangiato, li' smarrito e mai ritrovato e cio' che ho chiamato maledizione invero ha forgiato acciaio e tagliente lama, niente s'avvicina, tutto sfugge spaventato ed indefinibile non lascia dormire, non fa parlare, solo ricordare, emozione che non son riuscito a contenere, a sorridere sopra, a dire di essere e di avere, cerchio mai chiuso ma del resto non e' forse questa la vera eternita'?<BR><FONT color=#0000ff><EM>What can I say<BR>I don't want to play anymore<BR>What can I say<BR>I'm heading for the door<BR>I can't stand this emotional violence<BR>Leave in silence<BR>Leave in silence</EM></FONT></FONT></DIV>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-55123500767660849722009-05-19T10:00:00.001+02:002009-05-19T10:00:26.623+02:00Madre universo<DIV><FONT size=2 face=Arial>Potrebbe essere un bar, forse un terrazzo troppo troppo caldo, magari una zanzara carica di terrore ed istinto e guardo, guardo, guardo senza ricordare ricordando troppo, confondendo si e che siano pochi i volti, pochi i passi, stanze piccole e soffocanti e fuggire, fuggire lontanissimo avvicinandosi al rancore, tenendo vicino ai pensieri il dolore, rabbioso rancore, silenzio umido e grigio, vicino, vicino ma lontano da cuore perche' li' cio' che toglie sonno toglie vita e vitalita', uccide con perfidia e noncuranza, merito e bisogno questa e' la verita' assoluta e incontestabile.<BR>Voglia, voglia di dire basta ma non c'e' urlo cosi' forte da farsi udire laggiu', laddove e' andato perduto l'indefinibile senso del vivere e a ben vedere l'insostenibile peso di un treno che fischiando s'allontana e rammenta bar, terrazze, zanzare, terrori e solo l'istinto cambia in desiderio di fermarsi e non ascoltare piu' nulla, nulla che piaccia e faccia ricordare.<BR>Bisogno di distruzione, odori ed esalazioni difficilmente sopportabile, depressione della quale evito persino parola perche' sintassi e' concetto e concetto deve morire tra cenere e tizzoni gelidi e taglienti, alzare volume, alzare le mani, alzare sguardo su soffitto ogni giorno un po' piu' screpolato e cadente, curiosa similitudine d'occhi appannati e stanchi, certi giorni eccessivamente desiderosi di vento e sole, maggior parte d'altri notte e solitudine.<BR>Manca un futuro a collegare bar, ad incendiare terrazzi, a cacciare zanzare e non c'e' legame, non c'e' desiderio di unire e su pagina bianca scolpire le parole "qui s'inizia" nel racconto senza autore da trovarsi piano piano, lentamente cercare, dolcemente scoprire ed infine abbandonare, abbandonarsi affinche' si possa raccogliere ed essere lasciati in illusione d'eternita' dovuta a cui tutti spetta fetta e medaglietta appuntata vicino al cuore, una piu' grande su bicipiti roventi di forza e orgoglio, fantasia e speranza, accontentarsi e vincere, vincere sempre e se pavimento trema non farci caso, non pensare, non sentire, chiudere fuori tutto mentre c'e' chi resta, c'e' chi affronta il baratro del presente, ancora in piedi, ancora incosciente, ancora con giorno in piu' da sottrarre, giorni in meno per restare, racconto che non diviene canzone, sorriso spento di sole che e' stato, ha illuminato, ha cantato.<BR><EM><FONT color=#0000ff>There's something wrong with me chemically<BR>Something wrong with me inherently<BR>The wrong mix in the wrong genes<BR>I reached the wrong ends by the wrong means</FONT></EM></FONT></DIV>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-59363214824902223842009-04-29T22:20:00.001+02:002009-04-29T22:20:26.313+02:00Il modo in cui si sente<DIV><FONT size=2 face=Arial>Peso mi sovrasta dolorosamente e so che non reggero', prima o dopo qualcosa iniziera' a spezzarsi, cedendo, finendo, soffrendo, ricordando, rimpiangendo e non sara' piu' questione di quale ma se, non piu' quando ma impossibile ritorno e se quel peso ora e' dono d'importanza quando null'altro si sente e fa sentire d'essere, d'esserci, carne e non solo aria destinata a cosmo senza un solo saluto d'addio.<BR>Rotolo non per fuggire ma per sentire, per sapere, per raccogliere esausto il premio dovuto, per sapermi un po' piu' libero e nel silenzio raccolto in preghiera per un dio ancora da inventare, forse definire eppure presente, possente, veloce nell'ascoltare, lentissimo nell'esprimersi perche' sillabe di sue parole seguono agitarsi dei rami, susseguirsi di maree, spostamento di montagne ed e' soffio sottile come lamento, come tomento, incessante mutare se felicita' e' immobile e dolore e' movimento laddove s'inizia con urlo straziante definito gioioso.<BR>Forse e' vero che non guardo in giusta direzione ma non vedo piu' cosi' bene perche' troppa luce rende penombra l'avvenire ed eccesso puo' capovolgere difetto senza che qualcuno percepisca realmente un bisogno mascherato da volo libero fintanto che ali sono tortura in scatola sigillata e indistruttibile.<BR>Chi ascolta certo mente, senza sapere, senza volere, senza giustificazione, senza cattiva intenzione e almeno un po' e' specchio per vedere, per vedersi, perche' pericolo giunge sempre alle spalle e forse ignorare e' giusta difesa, miglior attacco, senso di potenza ingiustificato ma senza il quale bisogno diviene capriccio.<BR>Xilofono di massimo sole ed e' cio' che non se ne va e perdio rimane e so che non esiste peso, niente si regge laddove volare e' noia e' voglia e' rabbia e' essere e rimanere e se cio' che accade fosse racconto per notti che non vogliono terminare allora attendero' l'alba che sapro' creare.<BR><EM><FONT color=#0000ff>I'm nothing but a stranger in this world<BR>I got a home on high<BR>In another land<BR>So far away</FONT></EM></FONT></DIV>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-89404418322768383232009-04-11T15:14:00.000+02:002009-04-11T15:19:34.239+02:00Segnali dal tempo<DIV><FONT size=2 face=Arial>Una canzone ed e' anno che non so se voglio ricordare se sorpresa e' considerazione che non preserva piu' da paure che affrontate non spariscono, non svaniscono ed e' camminare su filo sottilissimo e doloroso da qualunque lato lo si guardi, con qualunque protezione si adotti, luce mostra, luce salva, luce svela, luce coprimi e nascondimi.<BR>Asfalto e caldo, sudore e voglia di vento, ironica scoperta che vivere non e' vita, dimenticare ultima illusione nel piu' chiuso dei cassetti e conservare tutto, non dimenticare nulla, escludere dal quotidiano tracciando in solchi profondi e ripetuti vergati con rabbia e amore, disperazione ed incoscienza, innocenza piu' perduta che conquistata ma tutto serve si dice, tutto salva si spera, il cielo osserva, il cielo aiuta, il cielo perdona e permette, come canzone termina e si ripete, un po' piu' alta, un po' piu' spenta, noia e bisogno come molle d'esistenza, come urlo di vittoria.<BR>Ore passano, vera trasformazione, parole restano ma non voglio sapere, leggere e' proibito ma non buttare, mai gettare in pasto al dio delle storie dimenticate il proprio volto fiero e sopravvissuto che non dimentica eppure resta lontano dai ricordi insonni, dai nervi troppo tesi e scattanti, dalla dimensione creduta propria, vissuta con l'intensita' di chi sa' gettarsi e riprendersi, col sorriso di chi perde sangue e gioisce di strada verso casa ritrovata ma quelle non sono mura note, porta sicura di unica direzione ed entrare puo' essere trappola se alba ancora ha senso, se tramonto sempre ispira, se finestra e' considerazione di troppa o troppo poca liberta', parole e non frasi, incompiuto discorso.<BR>C'e' tutto eppure sembra niente nell'aspettarsi una reazione di chi sa conoscere e comprendere ma esistono forze, magnetismi che diversi attraggono e uguali respingono, farsa di natura severa, forse ingiusta ma la casualita' e' ragione di chi non sa comprendere che esiste un inizio, una fine, ininterrotto centro dal quale impossibile e' fuggire e nel vincolo vi e' salvezza, nel legame negata fuga e come spesso accade, le reti salvano ma non preservano un brivido che seppur dovuto e' da guadagnarsi, da meritare, da incorniciare quando in gola resta una parola sola.<BR><EM><FONT color=#0000ff>The observation I am doing could<BR>Easily be understood<BR>As cynical demeanour<BR>But one of us misread...<BR>And what do you know<BR>It happened again</FONT></EM></FONT></DIV>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-43169497825126239082009-03-23T10:26:00.000+01:002009-03-23T10:35:53.013+01:00Orologi perfetti senza alcuna alba<DIV><FONT size=2 face=Arial>Tenue blu, celeste di un cielo che non vedo piu', che a stento ricordo cosi' come e' nebbia cosmo intero, volti e accadimenti, allontanarsi e sprofondare nell'assoluto nulla, nel microscopico essere delle cose, nell'infinitesima sostanza degli oggetti, dei silenzi, dei movimenti che non piu' sanno spiegare e regalare semplice pensiero, banale riflessione.<BR>Osservo perplesso eppure disinteressato, futilita' dell'esistere, inutilita' dell'incedere, puntare il dito verso terra sottraendolo alle stelle perche' sole gia' scalda abbastanza e di nient'altro ho bisogno, punti a cerchi e rappresentare, a segnare delimitando un infinito che poi infinito non e' mai a ben guardare, se ben si osserva, se non ci si fa sopraffare da paura del vuoto, da timore di un Dio vendicativo ed urlante.<BR>Tra particelle come mondi vero vuoto, nessuna materia oscura, no luce e semplicissima complessita' di strutture piu' gestibili ed interpretabili e quale prezzo e' stato pagato?<BR>Forse accecante lampo, polvere, polvere che lentamente precipita verso eterno tempo e ruota ed infiamma e canta sommessamente la sua fine, il suo inizio, il dovere di esistere, il potere di comprendere delicati meccanismi impossibili ai piu', miracolo ed eleganza per pochi eletti, illuminazione laddove ogni visione appare magnifica e non e' illusione, non e' inganno se davvero c'e' bellezza ed equilibrio come cristallo tra sole rovente e rossa terra, terra arida ma evocatrice di realta' alternative quando ordinario e' incomprensibile noia, instabile sostegno di menzogne e paure, disattese vittorie e forse ci sei, si ci sei, puoi sentire, puoi leggermi, sai comprendere e che canzoni ascolti, quale notte non fa pensare sia ultima, perche' su altri perche' e avanti non e' mai rimedio ne' possibilita'.<BR>Io cerco, io provo, si dira' che riesco e se per qualcuno e' troppo, io non sento dolore o esaltazione, vivo il senso del naturale esistere ma e' forma d'onda di diversa frequenza cio' che mi sottende, ordinario stato, condanna certa e che blu faccia male senza ferire, che tempo si compatti in fiume confuso e guidato eppure imprevedibile laddove vivere e' condizione, non dono, non maledizione.<BR><EM><FONT color=#0000ff>There is a pattern as well...<BR>Right in front of me,<BR>hiding behind the numbers.<BR>Always has been.</FONT></EM></FONT></DIV>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-5100470325784441932009-03-13T10:39:00.000+01:002009-03-13T10:53:21.588+01:00Eleganza controllata<DIV><FONT face=Arial size=2>Nero, inchiostro nero su pagina nera ecco cio' che scrivo, dove scrivo e mani inguantate smorzano sensibilita' e tatto diviene artificiale sensazione, finto percepire, immaginazione che compensa sensi e voglie, desideri e bisogno di una eternita' rapita, mancata, piu' volte evitata a questo punto rassegnata.<BR>Non tutte le porte possono essere aperte, vi sono stanze senza luce ed elettricita', freddo e se non freddo umido, polvere gia' depositata e pesante, grigio e antico ordine che sa d'abbandono voluto, mai forzato perche' abbandonare e' scelta o codardia, costrizione solo occhi sigillati in corsa cieca nell'illusione che nulla termini mai, che ginocchia reggano ogni sforzo, ogni movimento, ogni scatto che prescinde il gesto e la ragione.<BR>Non tutte le pareti proteggono e finestre talvolta celano fuori da dentro, rosso selciato ora immaginato, viola vestito pieno e morbido, scambio che non costa eppure non gratuito ma dita spossate non vogliono contare e altre parole non vogliono uscire, desiderano senza sforzi ne' fatica, aride di storie, annoiate da storia, partecipano a rito d'individuale confuso con pubblico ludibrio perche' si esiste solo in altrui occhi, esclusivamente in altri discorsi come fossimo riflessi, ombre, proiezioni, invenzione di un insieme che annulla individui e divora passioni finalizzandole e epica fuori luogo e fuori contesto, nascondendo realta' rifrangendola e scomponendola in frammenti a miliardi.<BR>No, non entro, non ora, parte timore, molta indifferenza, poca speranza, semmai fermarsi a lungo schiacciati sul fondo, luogo umido ma silenzioso, eppure caldo e a suo modo accogliente ed e' facile non avere altri pensieri se non i propri, infinito tempo in minuscolo spazio per abbracciare singoli piaceri, immortali necessita' che si ergono su rottami di modernita' abnorme e sfiancata, futuro che sa solo guardare avanti e non alto, bassa prospettiva che rasenta volonta' di nulla, desiderio sempre meno proibito, sempre meno scontato. <BR><EM><FONT color=#0000ff>You walk in a room and the world stops to stare<BR>You mesmerize all who are caught in the glare <BR>of the spotlight that follows wherever you go <BR>does it light up the emptiness</FONT></EM></FONT></DIV>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-71514903791488738622009-02-26T15:41:00.000+01:002009-02-26T15:49:52.747+01:00Bassa Fedelta'<DIV><FONT face=Arial size=2>Ho ascoltato la voce della notte, innumerevoli voci e quante sono pur rimanendo una, che fragore tra sospiri che senza sosta vogliono cancellare e far dimenticare, lasciare alone di sogno, dubbio d'esistenza e immotivata perplessita'.<BR>Ho guardato il cielo, qualcosa diverso nel blu, nel rosso, nei colori e non colori, sovraimpressione di neri fili ondulati e veloci, correre, scorrere, non capire eppure sapere cio' che conta, intuire ed e' nuovo intendere, sentimenti inaspettati covati nel gelo esteriore di fuoco sommerso, mistero e questioni accantonate perche' qualcuno disse che non vi sono risposte a tutte le domande, qualcuno voleva cio' che capiva e se uomo non ha ali allora volo non esiste, se parola e' gola onda e' fantasia, frequenza invenzione e questo mondo intero a soffio veloce, sterzata dolce, da divano a letto.<BR>Poi energia davvero non si distrugge e forse e' solo tempo che come fiume leviga ma non annienta e linee divengono numeri, numeri inesprimibili concetti di complicate e rappresentate formule ma tutto fa parte di sintassi da apprendere poco alla volta malgrado apprensione ed ansia, immatura fretta, abitudine eccessiva del correre nel proprio campo, coi giocattoli gia' noti e a volte consunti sotto peso di anni inevitabilmente carichi d'esperienza e conoscenza.<BR>Se vita e' V rovesciata puo' sguardo laterale compensare impossibile ritorno, scoperta, ricordi da reinventare, collocare nei giusti spazi e giusti sono sul serio se dormire coincide nuovamente con innocenza, se cio' che lega e' discorso che attende conclusione da anni, decenni di polvere e punti interrogativi, infine tocco delicato, rispetto e timore, respiro trattenuto senza sofferenza, senza sperare perche' sapendo di ritrovare scrigno sepolto, vi nascosi magia rimasta tale, sospesa in paziente sorriso, materne braccia aperte e nessuna parola da spendere, giustificazione meschinita' non richiesta, infinita opportunita' in lunghissimo presente, eterna infanzia di occhi e orecchie avide, vogliose ed ansiose, confusione tra bisogno e soddisfazione, una volta tanto regalo senza prezzo alcuno.<BR><EM><FONT color=#0000ff>Safe in the light that surrounds me<BR>Free of the fear and the pain<BR>My subconscious mind<BR>Starts spinning through time<BR>To rejoin the past once again</FONT></EM> </FONT></DIV>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-17940100385978020352009-02-19T11:37:00.000+01:002009-02-19T11:45:16.697+01:00Girare non smarrire<DIV><FONT face=Arial size=2>Pensare a strani eventi, ricordi probabilmente inventati e cullarsi nella confusione mantenendo vivo presentimento che confusione non e', obiettivo ancora tutto da chiarire, reale ed irreale sospesi come luci tenui nel profondo grigio di notte umida, faro da seguire come ultima salvezza, forse punto di non ritorno di preannunciata calma o stasi o arrendevole cedimento e dentro a nido ovattato poltrona maledettamente comoda e calda e voci gentili sussurrano parole che voglio sentire, massaggi a muscoli indolenziti e desiderio di fermarsi, si fermarsi, indotta quiete.<BR>Sono gia' passato per tutto questo, vinto perdendo battaglia, perso vincendo incomprensibile esistenza che non rinnego certo, da non osservare nell'insieme, piccole dosi, accenni ed accadimenti come isole d'arcipelago fitto e pescoso, fotogrammi non sempre uguali, leggere differenze infine narrazione, storia unica ed irripetibile.<BR>Ora non conta perche' se e' vero che vetta rivela vetta, e' anche vero di profondita' anticamera di sempre piu' recondito anfratto, infinito discendere e non e' inferno, non e' dannazione rovente, solo stanco cammino, buio tanto evocato, luce troppo assente ma scelta fu fatta nell'infinito nulla, nessuna concessione a limitato seppur caldo abbagliare e non so, cosi' puo' andare, cosi si puo' accettare, cosi' si puo' restare.<BR>Eppure ricordo suoni, alti suoni, canzoni e penombra, canzoni e lampi, canzoni e verde plastica, semplicita' di qualcosa sottratto troppo presto, compensazione o solo predeterminazione ma ho toccato suono, ho posto domande, ho trovato risposte, ho raccolto frequenze come grano maturo perche' in elettromagnetica terra sole e' azzurra emissione, sensi contratti e d'un tratto espansi, battito di cuore molto piu' grande, molto piu' forte, molto piu' possente.<BR>Racconto ad occhi chiusi, metallo danzante su giro di basso e quelli sono gli anni, quella l'immagine che gira vorticosa attorno incerto centro, unico punto che potrei riconoscere, che dovrei ricordare, da li' certo ripartire.<BR><FONT color=#0000ff><EM>I was a swimmer in a foggy bar<BR>I was trying to find some sea<BR>I was the sound of the furniture<BR>I was a silhouette for years</EM></FONT></FONT></DIV>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3463866.post-49029442241343200972009-02-10T11:37:00.000+01:002009-02-10T11:43:29.823+01:00Mancata memoria<DIV><FONT face=Arial size=2>Da giorni ascolto inconscio perche' usa parole che potrei capire, interpretare, storie legate e sensate piene di numeri, luoghi e persone, volti noti di carne e ricordo, case deformate, si deformate nelle quali sono pero' padrone di spazi e strumenti in architettura coerentemente mescolata, piacevole in fondo, innocua certo.<BR>Griglie elettrificate e uomini angelo salutano folla sorridente e distratta che festeggia il passo lento una volta tanto senza scopo, senza corsa, senza destinazione, cerchi concentrici poi verso casa liberazione, ibernazione sino alla prossima festa, al momento in cui uscire da ogni cosa divenga impellente necessita', fosse uovo che nutre ma uccide soffocando, schiacciando, comprimendo senza spiegazione, nessuna logica che non sia uscire e respirare.<BR>Respirare del resto e' opzione importante non assoluta pero', a tratti gesto collettivo, simbiotica appartenenza, illusione di socialita' esaltata da paura e bisogno perche' forza solitaria, collettivo debole e vigliacco, accettabile solo in innocuo rito d'irreale comunanza e dentro c'e' uomo che vacilla e dubita eppure certo, consapevole e in cio' ragione e potenza in eterno conflitto con falsi valori bidimensionali a quattro colori, regole del vincitore e da vincitore indisposto, appena sfiancato ma attento quando anni non pesano, quando domande aumentano, quando mondo tutto s'allarga e terre emergono incessantemente da abissi oscuri svelando costruzioni antiche eppure innovative, sbalorditive.<BR>Letti pieni di terra e briciole ma prezzo va pagato, troppo salato ma gia' si e' speso, gia' si e' dato, gia' nelle notti d'inverno gelo esce da oscura tana come lupo famelico del quale riconosco da tempo lezzo e taglia, nel vento ci si incontra, fiuto e scalpiccio di foglie bagnate, antico duello che incruentemente finira' senza sangue ma col gemito di ultimo giorno, ultimo tramonto, ultima notte e non piu' alba e lentamente accetto, sempre in piedi osservo vicina sabbia per tramutare orrore in sorriso, destino in scelta, brezza in canzone.<BR><EM><FONT color=#0000ff>Don't let the day go by <BR>Don't let it end <BR>Don't let a day go by, in doubt <BR>The answer lies within</FONT></EM> </FONT></DIV>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/16175696657732114563noreply@blogger.com0