sabato, giugno 23, 2007

Equilibrio

Fronte compatto e lineare di nuvole stagliate nel buio come stringa d'energia, aliena forma di luce, ultraterrena presenza proveniente chissa' da quale dimensione dell'omniverso.
Ho voluto crederci ma e' qui che l'eta' fa male e da quella sublime ed incatevole energia si e' fatta strada luna dispettosa lasciandomi conoscenza del cosmo quando l'esigenza e' nella magia.
Paria senza storia ne' dimora ho smarrito il cammino trovando invece stelle pallide e annoiate, luci troppo deboli ed inutile calore.
Ho ricordato quel viale alberato che pareva cosi' lungo nella corsa mia lenta e l'aria caldissima sul volto, sul petto attraverso la maglietta colorata, odore intenso di olio bruciato tra ingranaggi roventi e ruote dentate sfrigolanti.
Li' si e' fermato e ancora me ne sono andato perche' incapace di cogliere l'essenza del momento, giorni di epica gioia ed immense possibilita' e chissa' se l'oblio divorera' l'ennesima prova di aver toccato un mondo oltre il muro e quel calore sulla mano abbandoni anch'esso i giorni piu' difficili.
E' che inizio a confondere le fessure crepate sui muri con portoni di oro zecchino e se certi errori si pagano cari, anche il fio dovuto e' fonte di confusione, perplessita' e sconcerto in stanco amplesso, sforzo genitore di patetica e tragica apatia, castrante realta' che nemmeno percepisco piu' tale.
Vento che spinge a tempesta?
No, bonaccia e stasi e fuoco attorno che irradia secca ed inerte ventata di rovente nulla, mi sfiora, mi sorpassa e onnipotente domino vuoto e sussurri, segreti inutili di cenere leggera sospesa nell'attesa di movimento, sussulto, rami sbattuti con tenera violenza e un varco per la', laggiu'...
Save me from this shallow land, take me out of tempers hand
Drag me from the burning sand, show me those that understand.
Rest in shade, no sound his made,
Where silence is played, sound of silence played.

giovedì, giugno 21, 2007

Fuggire l'attenzione

Vetro satinato innanzi i pensieri e fastidiosa foschia in ogni direzione.
Bruciano gli occhi e lacrimano, palpebre pesanti e doloranti, pupille incapaci di accettare piu' luce della penombra ma e' il chiarore che voglio, che desidero, che merito.
Occhi che cercano cosa, braccia ansiose di stringere il rapido avvicendarsi delle ore aggrappandosi all'indefinibile comparsa del giorno dopo, aspettando che domani sia chimera, paradiso scintillante e meraviglioso.
Poi non e' che non voglio raccontare ma come te non ho parole malgrado tante ne siano state inventate e profuse per il  piacere del prossimo.
Premesse, di premesse e ancora antefatti, presupposti, congetture ed eventualita' e ancora non serve e se non serve ecco uno stacco netto, qui ora e infine il crollo, la catastrofe di chi e' cio' che e' stato, progressione del divenire, filosofia spicciola di volo in direzione errata, sottostima di montagne e sovrastime di pianure, fuoco spento nel ghiccio e condensa giacciata da tizzoni una volta ardenti.
Indifeso, muto con ancora un po' di sangue in circolo e vorrei offrire tempo, giorni, settimane, mesi e riprodurre sequenze di storia, della mia storia e finalmente, finalmente buttare tutte quelle parole e lasciare milioni di foto a raccontare e poi se non basta, perche' comunque non basta, li' si gettare tutto al vento e tentare ancora una volta di ripartire, magari non da me, non questa volta...
I believe that when the hurting and the pain has gone
We will be strong, Oh yes we will be strong
And I believe that if I'm crying while I write these words
Is it absurd? Or am I being real
I believe if you knew just what these tears were for
They would just pour like every drop of rain
That's why I believe it is too late for anyone to believe.

mercoledì, giugno 20, 2007

Profondo defluire

Volevo pompare un po' di calore nel cuore coi Marillion... Qualcosa dentro non capisce piu'...
Dentro, fuori, giusto, incorretto non sono piu' concetti ne' domande da porsi, semplicemente arcani vocaboli rimasti nel mio dizionario sui quali ripasso ogni tanto e riderci su, proprio come si fa con parole dimenticate il cui sapore antico talvolta sfiora il ridicolo.
Non vorrei, non dovrei neppure pensarlo ma, si forse mi sono arreso a cio' che sono una volta di troppo e non mi sento ancora pronto ad accettarlo.
Non parlo piu' e quelle poche parole cadono nella polvere disperdendosi in ampi raggi non circoscritti e come posso biasimare chi non raccoglie, peggio chi non coltiva come se vi fosse valore alcuno in cio' che proferisco.
Ormai basta latrare perche' conta il volume, spinta di decibel come schiaffo, sensibile dichiarazione di presenza e niente altro, poco meno che altro.
So che non e' vero, maledizione se lo so, eppure i risultati sono talmente simili e simili gli effetti che qui la resa trova gioco facile e il resto e' banale conseguenza.
Davvero mi fermo qui e prosegua chi ascolta se vuole, pungolandomi, costringendomi forse perche' da qualche parte ci sono ancora pensieri degni di essere formulati, canzoni da essere ascoltate, paesaggi che brillano come smeraldi e sabbie bianchissime che degradano in vita.
A me non interessano piu', ma volendo...
Gia', volendo...
Might like to go to the show.
To feel the warm thrill of confusion
That space cadet glow.
Tell me is something eluding you, sunshine?
Is this not what you expected to see?
If you wanna find out what's behind these cold eyes
You'll just have to claw your way through this disguise.

martedì, giugno 19, 2007

Viaggiatori e mistero

E' come un velo sottilissimo, impercettibile, impalpabile, presenza muta, in po' inquietante, sospettosamente vicina, troppo vicina talvolta.
Insetto tra i capelli, invisibile tela impigliata al volto, riflesso diretto di specchio lontano e continua ad infastidire, tormentare, disturbare.
Spostarsi un po' piu' in la' e' una soluzione rapida che puo' persino funzionare e quando cessa l'effetto allora mi allontano ancora un po'.
Delirio di sole e sudore ma c'e' acqua, basta cercarla e smettere, smettere di pensare a impropri giorni, epoche in cui il sole aveva lo stesso colore di oggi.
Portarmi lontano...
E' che il lontano non e' lontano abbastanza e forse e' vero che lontano e' solo differente, divergente, rette con troppe direzioni ma una e una soltanto destinata ad essere giusta, come se il giusto si inquadrasse in schema sensato senza che sterminate ed innumerevoli fontane di luce ne celino la vera natura, progressione naturale o scherzo crudele che sia.
C'e' un filo, un filo azzurro e non posso raggiungerlo, non voglio ragiungerlo ma e' li' che mi serve, li' a saziare i desideri, accontentare i capricci, soffiare sulla fiamma della certezza.
And just as the smile's returning
After all the pain
The fire inside stops burning
Just to burn again
In moments of madness
Returns that softly sighing lament

lunedì, giugno 18, 2007

Cosi' divertente

Dalle cassa una voce dolcissima ma aliena.
Suoni ipnotici e delicati, seta su seta ma alcun significato noto.
Sforzarsi di ascoltare ma vedere solo divergenti raggi di luce dal centro esatto della nuvola innanzi ai miei occhi.
Sforzarsi di capire, comprendere una parola, tramutare suono in discorso per infine giungere che ero io incapace di ascoltare, troppo il bisogno di lasciarsi andare senza bisogno alcuno di proseguire oltre.
Percorrere lo spazio come il tempo, una sola direzione, una sola costante velocita', immutabile e precisissima scansione di vita, metraggio i cui fotogrammi delineano quanto rimane alla fine del film, alla fine di cio' che resta.
Io non ho visto, invero neppure sperato.
Soggiogato dagli eventi scopro costanti universali come unica protezione e con esse tento di ristabilire un ordine naturale delle cose ma e' illusione, illusione, stupida illusione di chi non comprende l'aggiungere una unita' sull'altra ed e' cosi' che dovrei agire, comportarmi, adeguarmi.
Uno su uno, kilometro su kilometro, giorno su giorno, musica, parole, immagini, cibo, letto poi cos'altro?
Dimenticato nulla? Gia' piena la valigia? Gia' carico il bagagliaio?
Qualche tramonto, molti lampi, troppi tuoni rimasti nei cassetti ma so che tornero' a prenderli o a spargere nuova naftalina, fa sempre meno differenza e comunque l'odore di stantio non cessa di farmi lacrimare gli occhi stanchi, sempre piu' stanchi...
Broadcast me, scrambled clean
Or free me from this flesh
Let the armchair cannibals take their fill
In every cell across wilderness
We'll trip such a strangled tango
We'll waltz a wonderland affair
Let's run to meet the tide tomorrow
Leave all emotion dying there
In the star cold beyond all of your dreams

domenica, giugno 17, 2007

Silos bianco

Sono fuggito di casa e mi sono rifugiato nell'unico luogo in cui riesco a non pensare, nel solo posto dove tutti miei i doveri e i piaceri, le colpe e i meriti e cio' che compio o meno ricade per un verso o per un altro solo e unicamente su me.
Non e' mai fatica, non c'e' sudore o dolore; e' la sensazione di tranquillita', l'appagamento che cresce laddove v'e' sacrificio e dovere, consapevolezza che non c'e' risultato se non ci si mette in gioco.
Poi terminare e stemperare la pelle in acqua fresca e lasciare che il respiro si blocchi nello stomaco, il sangue stesso si fermi e permettere alle ansie di sciogliersi, sospensione emotiva ed emozionale, dipendenza infranta dal quotidiano.
Era un anno che aspettavo quel momento...
Mi sono mosso lentamente e alzando lo sguardo al cielo, da una parte il sole mi e' esploso negli occhi e all'opposto nuvole grigie spaccavano l'orizzonte correndo longitudinalmente nell'algido blu.
Ora fermo, naturalmente immobile, non mi e' parso vero che quel tempo fosse mio e l'assenza totale di voglie e desideri mi ha estasiato come raramente accade, come un premio ambito e meritato.
Ancora sole rovente, tanto sole e libro che scivola via tra lampi accecanti e sudore copioso e cosi' ancora, ancora, ancora fino a sentire l'ombra rotolare sul fianco e via via attraversarmi, oasi lussureggiante nel deserto in fiamme e alfine silenzio, conclusione solo rimandata ad altri giorni, a quando spezzero' ancora le mie abitudini, lasciandomi spazio, aria, libri, qualcosa che amo, per me, solo per me...
I am a face
in the painting on the wall
I pose and shudder
And watch from the foot of the bed
Sometimes I think I can
Feel everything...