sabato, maggio 05, 2007

Misteriose risonanze

Colline sbiancate dalla foschia dipinte da inglesi romantici del XIX secolo e pioggia rada ma uniforme, triste epilogo di giornata.
Non c'e' mai abbastanza poesia in me per fermarmi qualche minuto ad osservare, respirare umido odore di terra, muschio, grano acerbo.
Piccolo timore di cio' che mi sovrasta e spazi che ghermiscono trascinando in luoghi che talvolta e' bene evitare, non esplorare, non visitare.
A che puo' servire poi, a chi giovano atmosfere rare e suggestive se quell'asfalto umido conduce a puntiformi destinazioni costruite su sabbia, acqua e silenzio.
Conosco pero' quelle strade, ripide, sgretolate, del colore del cielo qualunque esso sia, pentagramma cosparso di note da eseguire con una sola mano.
Nulla e' incompleto ma e' pezzo di mondo scialbo e sciatto, disimpegno di un dio troppo stanco, troppo affacendato, distratto o chissa', forse irritato e punitivo.
Poi so che non e' vero e quelle colline innanzi a me sono come nuvole a cui do' forma con le mente, misto di fantasia, emozione e realta', proiezione di scelte, destini, paure e voglie, visione ad occhi serrati e polmoni desiderosi di vita.
Mi specchio in quelle cime e cio' che penso, tutto cio' che sono sfuma in amalgama grigio come quella terra sempre meno lontana.
Cosa rimane infine non saprei dire, forse la sola coscienza che la nebbia non elimina, non cancella, nasconde senza annullare e qualcosa sopravvive sempre al di la' della coltre e chissa' che cosi' non valga anche per me.
Un freddo più pungente
accordi secchi e tesi
segnalano il tuo ingresso
nella mia memoria
consumami distruggimi
e' un pò che non mi annoio
aspetto un'emozione
sempre più indefinibile

giovedì, maggio 03, 2007

Qualcosa

Irlanda, Marzo 2000
Dovevo tornare su quella cima.
Un lungo respiro, sigaretta, passi lenti, misurati e mi incammino verso la meta.
Inutile affermare che e' stata una sofferenza, una lunga, estenuante marcia dove ogni passo costava dolore e fatica. Letteralmente.
Una cosa pero', il mio spirito stava bene. Ero in pace con me stesso.
Ho pensato molto in quei momenti...
Nei giorni passati non sempre la mia vita era stata al centro dei miei pensieri, ma in quell'istante malgrado tutto, una misteriosa mano amica scaldava la mia e un dolce volto mi rasserenava il cuore.
Poi qualcosa e' mutato nella mia percezione.
Salivo e vedevo le loro case, curate, ordinate, luminose nonostante il cielo grigio.
Sentivo l'odore del loro cibo che mogli premurose preparavano tra il tepore dei fornelli mentre ragazzi tornavano da scuola e mariti facevano ritorno dalla passeggiata col cane.
Li ho visti nelle loro case attraverso le finestre, con i volti illuminati dal bagliore del fuoco nel camino, in poltrona col giornale o indaffarati in chissa' cosa.
Mi sono riscaldato con i loro fuochi, ho mangiato il loro cibo, ho giocato con i loro figli e ho dormito il sonno del giusto nei loro letti…
…ho dondolato in veranda sulle loro sedie cigolanti.
…a volte sogno laddove gli altri ballano…
Improvvisamente mi sono fermato, ho chiuso gli occhi, esanime in quell'esatto istante ho rivissuto un'intera vita, una vita non mia con me come protagonista.
Si, un'altra vita perfetta se n'era andata.
 
E' stato… bello…
Intenso, toccante, una benevola catarsi, un assoluto nirvana … bello.
Non so come altro descriverlo.
Non ho sofferto, non ho avuto rimpianti anzi, ho ringraziato per quei momenti in cui realmente ho realizzato i miei sogni.
Non so se sono un pazzo, un sognatore o semplicemente uno stupido ma e' stato cosi' reale…
Da quel momento non ho piu' avuto paura di vivere solo...

mercoledì, maggio 02, 2007

La sua versione

Giorni intensi quelli passati eppure non mi e' rimasto dentro il necessario per immortalarli, santificarli, idolatrarli.
Troppo realista o troppo poco?
Annoso interrogativo, superficiale interrogativo.
Mi domando cosa rimarra' realmente e come mi vedro' ripensandomi.
Sto diventando cosi' freddo, cosi' indifferente, asetticamente corazzato, spettatore in terza persona della mia giornata.
Continuo a credere in cio' che credo, amare cio' che amo, seguire quanto seguo e la fede resta immutata, il credo imperituro, il pensiero saldo e forte e grandi le energie per non fermarmi, per non temere nulla.
Le motivazioni, le motivazioni ci sono, sono importanti, sono tutto ma dipendera' da questo cielo con troppa foschia ad ingrigire l'azzurro, forse quelle nuvole nere si stagliano innanzi la luna e ne soffocano la magia, forse l'erba non e' abbastanza verde e i fiori mai troppo colorati e non so, senso di perdita, alone di vittoria che troppo assomiglia a pareggio se non sconfitta per ignorare le mura che mi circondano.
Da tempo il vittimismo del meritarsi di piu', non alberga dalle mie parti anche se la resa del potere fare oltre, infastidisce oltremisura lo preferisco, lo prediligo nelle mie notti piene di accessivo e abbagliante me stesso.
Equilibrio in fondo e non sono sicuro sia un bene...
Sono arrivato a sospettare che il male e' banale, dopo averlo letto
sono arrivato a non aver bisogno sempre e per forza del mio spettro
sono arrivato e voi eravate strani, zitti, immobili, non ubriachi
e non ho neanche capito se vi divertiste

lunedì, aprile 30, 2007

Reazione senza azione

Oggi sento addosso il tempo andato o buona parte di esso, non so perche'.
Dipendera' dai giorni un po' tranquilli che lasciano tempo ed energie per guardare e guardarsi meglio dentro e cosi' svelare polvere, riviste accatastate, ragnatele e appunti ingialliti, angoli bui che normalmente declinano all'oblio.
Antichi ricordi, anche piacevoli perche' no ma che messi li' uno sull'altro fanno un po' impressione.
I ricordi, gia'...
I ricordi non se ne vanno, non ci lasciano mai e neppure svaniscono come fantasmi alle prime luci dell'alba.
I ricordi sono schegge traslucide sempre piu' trasparenti, ogni giorno meno visibili forse ma non per questo meno presenti.
Dimenticando, il fondo diviene sempre piu' evidente e prima di esso le vicessitudini sottostanti, frammenti diversamente polarizzati che rotazione d'asse tramuta da nero inesplicabile a invisibile presenza.
Ricordare opacizza e concentra lo sguardo strato su strato e ogni ricordo cambia posizione nella scala delle visibilita' e delle memorie e cosi' si diviene cio' che si vede in quell'istante in un turbinio temporale ed emotivo che puo' stancare, puo' schiacciare, puo' ferire.
Poi e' in fondo un gioco, banale stratagemma per non sentirsi soli e sperare nel controllo, sbracciare nell'aria senza annegare ed emergere forse piu' rinfrancati, magari in affanno ma nuova aria nei polmoni di questi tempi e' benedizione.
Dig for victory, go for gold
I don't wanna die before I get old
And I wonder where I'm going to
There's some way out, there's some way through
But I'm lost, I'm lost, I'm down again
My direction is changing, which way,
Which way can I go...