mercoledì, novembre 21, 2007

Freddo monocromo

Inutile girare attorno a banali considerazioni quando potrei anche avere ragione, ragione da vendere.
Mi esalto e mi approvo poi scuoto il capo in diniego perche' tempo e' miglior amico, tempo e' peggior nemico, sorride viscido, sussurra parole che si vogliono udire e canta con soave melodia cancellando ogni canzone udita prima.
Gradirei luci azzurre ed intense, spegnere il sole e riflettermi su asfalto bagnato, unico specchio, vero riflesso di corpi che nulla hanno di senso se non nell'illuminazione indiretta, affacciarsi su fondo oscuro ed esistere in funzione di neon e sporadici lampi.
Serve pazienza, dose abbonadante di resistenza e non e' il colpo al mento che fa male e atterra, non e' altresi' scossa d'adrenalina che innalza a rango d'eroe ma passo lento conduce e guida, separa e discerne e cerca un gioco lontano da riportare a se' quando resta poco, quando non rimane altro.
Chi decide cosa resta, quanto tenere, dove conservare ed e' lenta progressione a fornire risposte e benevoli buffetti su volto grigio e stanco, forse lontano, proiezione, proiettato, comunque non qui, non ora, non cosi'.
Se proteggo non attacco e allora avanti col petto, innanzi la fronte, sensi acuminati da splendido slancio e coraggiosa indole e del resto e' tutto vivere, e' poca certezza, duraturo e gioioso persistere, resistere fieramente e magari sorridere, forse salutare, complimento sottopelle, desiderio che e' bene stia visibile ma inespresso, lama accecante tra stipite e porta che turba sonni e accelera risvegli il tempo di allungare la mano e uscire da umida alcova, immersione in realta' che non sempre soddisfa ma almeno c'e' e qualche volta e' persino amica.
Strani profumi, sottili sfumature, parole che non escono, concetti che non salgono, parcheggio nel quale sostare, spoglia colonna, stridente strisciare e domani, si domani tutto accadra' perche' ogni cosa e' gia' accaduta.
I can see the world in a different light
Now it's easy to say
Where I went wrong
What I did right
I can hear the beat of a different drum
Take it all in my stride
Hold my head high
Second to none

martedì, novembre 20, 2007

Integrale

Le forze mi abbandonano ed e' energia che come acqua lenta defluisce seguendo percorsi tracciati da cicatrici e gravita', silente saluto, amichevole lasciarsi mentre mani si muovono lente, sempre piu' lente, occhi dominati da fissita' e opaco divenire di sguardo e movimenti.
Non si crea l'energia, non si distrugge l'energia, muta semmai in pioggia, in onde del mare nascoste dalla notte, in ingranaggi ben oliati che con un soffio ribaltano la realta', disegnano spazi in nuovi territori questi si' sconfinati e meravigliosi.
Ogni giorno e' un piccolo viaggio, partenze lenta, sempre piu' lenta poi sommita' di parabola, cima dalla quale osservare e stupirsi di verita' elementari e stupefacenti, discesa alfine ma non importa, troppo veloce, troppo ripido, sfumato paesaggio, incomprensibile panorama, interpolata destinazione, semplice arrivo.
Questa e' potenza che regalo al mondo, batteria e carica perche' so sedimentarsi, raccogliersi in grandi bacini luminosi, nucleo plasmatico che ruota ed equilibra cio' che vive ed incanta.
Impercettibili movimenti di gambe che domandano quieto fermarsi, fine dell'umiliante trascinarsi ma c'e' ancora un po' di strada da percorrere e giungere laddove fiume luminoso sfocia ed immergersi e' sogno ultimo o forse primo nel lineare partire senza giungere, nel giungere senza ben conoscere quando si e' partiti, quanto camminare sia funzione della meta o dell'avvio ma e' il tempo ha direzione solo per coloro che non ricordano, che non sognano, che non hanno meta e desiderio.
E' tardi per cio' che e' stato, ma per quanto accadra' ho fogli bianchi a non finire, atomi polarizzati, penne biro mai usate e quella cima, quella cima dalla quale donare la mia discesa, la mia corsa, la mia essenza.
Now I'm a target, I'm hot and frozen,
stormy rain I'm stuck in an elevator
wet from the muddy water,
breathing hot air, winds convey me...