sabato, gennaio 20, 2007

Nuvole volate via

Mi impedisco di finire qui, attesa di indefinibile redenzione.
Se solo sapessi accettare la vita...
E' una valanga che travolge cio' che incontra, onda di ghiaccio su fuoco ardente, su roccia antica, su alberi pacifici.
Ho distrutto quasi tutto nei miei giorni e ho ricostruito ogni volta e ogni volta diverso non piu' forte.
Slittare, precipitare forse ma e' la lentezza che inganna la vista e invece di esaltarne i dettagli, sfumature marcate chiudono le porte alla comprensione.
Forse non e' bene ma la mancanza di chiarezza circoscrive i confini del vivibile dal fossato d'ombra e un po' sono spettatore del palco su cui recito.
A volte mi illudo e seppur distante dalla natura mia matrigna, il tempo mi ha insegnato a goderne e perche' non renderlo scudo, non farlo coperta.
Abbandonarmi e non cadere: forse e' possibile ma voglio scoprirlo domani... si domani sara' il giorno giusto...
Bisognerebbe adesso darsi delle regole
ricordarsi di essere uomini fermarsi e ridere
così tornare a dare credito agli stimoli
allenarsi sulla pertica ad avere i brividi
Bisognerebbe rilassare tutti i muscoli, saltare qualche virgola, buttarsi un po' di più
eppoi provare ad alleggerire il carico
buttando a mare secoli di solitudine

venerdì, gennaio 19, 2007

Tap dance

In fondo gli inconvenienti sono il sale del quotidiano.
Vorremmo non ve ne fossero ma si vive per la sensazione di quando se ne esce.
Infastidisce forse il gradino emozionale, spinge dal fondo l'istinto di conservazione, il recondito mantenere status e possedimenti.
Nelle piccole e occasioni grandi, i dislivelli che percorrono la curva di cio' che avviene definiscono le cime e i precipizi, niente che non segue e non sia seguito e se fermarsi ha un senso e' la fatica a darlo.
Poi si, lasciare i pensieri slittare sinuosi al dopo e non pensare mai che non c'e' un dopo e se non ci fosse allora cosa mai saremmo, che faremmo di ore troppo lunghe con statica presenza.
Forse il trucco e' non prevedere tutto, ignorare i fallimenti senza dimenticarli, ascoltare la fortuna come una amica e staccarsi da terra per raggiungere il primo cielo disponibile, il primo blu incontaminato.
I'm sure you'll have some cosmic rationale
But here you are with your faith
And your Peter Pan advice
You have no scars on your face
And you cannot handle pressure

mercoledì, gennaio 17, 2007

Notte solare

Qualcosa striscia tutt'attorno e non so ancora cosa sia.
Qualcosa si muove da tempo, non ho percepito la partenza e questo mi urta.
Tra non molto chiudero' gli occhi e non mi piace pensare sia una via di fuga, un'alternativa e non cantuccio buio.
Mollo tutto, smetto di scrivere e mi tuffo in qualcosa e non importa cosa.
Non e' neppure sentirsi giu' e nemmeno stanco; e' la fastidiosa sensazione che non tutto sia sotto controllo, e' l'ombra di cio' che non si trova al suo posto, l'alone sfumato di controluce indefinibile nel contrasto.
Vorrei comprendere se desidero spegnere o accendere uno degli interruttori o solo guidare la mano al giusto controllo.
Poi un eco, piu' sussurro che suono e un pensiero: non farai in tempo.
Cosa non faro' in tempo, esiste l'irrinunciabile o irrinunciabile e' quello che non si puo' fare?
Il peso non e' massa, il peso si definisce nella gravita' e senza e' trascinarsi di numeri senza significato, numeri orfani di base, astrazioni, sintassi senza linguaggio.
Perdo tempo quando dovrei spenderne e se vedo limiti allora abbatterli, abbatterli, altrimenti perche' essere qui...
And it's something quite peculiar,
Something that's shimmering and white.
Leads you here despite your destination,
Under the Milky Way tonight

martedì, gennaio 16, 2007

Contemporaneamente

Oggi e' freddo davvero e sento il tempo fuggire via...
...mi sento non felice...
Ti parlo di frammenti, briciole d'esistenza e di cio' che dovrebbe essere, racconto non senza un briciolo di malinconia del miglior mondo possibile, di una vita che malgrado tutto e' poesia anche se non e' quella immaginata.
C'e' un pensiero detto piano, il desiderio di qualcosa tenuto a freno dal freddo di tutti i giorni e girarsi un poco per dirsi almeno ci sono.
Piccoli rimpianti su qualcosa che non avrebbe potuto essere, destino giusto ma sfasato nel tempo e in fondo va bene cosi'; poteva divenire orrendo mentre ora e' solo in ritardo.
Sorrido e un po' mi arrendo nel farlo ma non smetto di pensare, di volere un modo per indietreggiare le lancette avanzando nel contempo.
Lampi repentini sembrano quelli giusti e ancora non li afferro.
Veloci ma inizio a comprendere la direzione, il movimento, lo schema di fondo ed e' li' davanti e non manchero' la presa al momento giusto.
Questa e' la forza che serve: il resto e' tempo inutilmente sprecato.
Running all my life
Running all my day
Running through the night
Seems like forever
Take me now
I'm so tired
Take me now
This time, forever

lunedì, gennaio 15, 2007

Diamante

Poco al mondo e' piu' radioso ed esaltante di un oceano di archi e fiati su un 4/4 martellante e sei corde elettriche.
La grancassa demolisce i bassi e attorno, un poco piu' in basso, nascosta ma esaltante la Fender.
Un sussulto, quattro battute e trombe ovunque, ottoni esplosivi che stordiscono, bulldozer apripista per un esercito di violini li, proprio li' al centro del campo sonoro.
Come un maglio sfondano frontalmente lo spazio e a pochi millimetri dall'esatta equidistanza dell'udito, si scompongono in infinite particelle luminose, in ogni dove, in ogni quando, un imbuto perfetto e fluorescente di toni dalle sfumature lisergiche di albe aliene.
Lo sciame ripiega e la schiena d'acciaio del basso e batteria sostiene il rientro dei fiati ora piu' misurati ma non meno efficaci.
Cosi', cosi', niente cede, nulla si arrende e non c'e' respiro, non un solo micron tra le fessure dello spartito ed e' corsa forsennata, inseguimento furioso, guerra di contrappunti, fisica e selvaggia.
Non c'e' tempo di respirare ma chi ha bisogno di farlo, non serve, non e' necessario quando la portante sonora sostituisce sangue, carne e tempo che scorre.
Quanti temporali in quarti ritmici ed ecco una nuova realta' piu' spaziosa e luminosa, apoteosi di passati eroici e futuri infiniti, mondi sempre piu' rari e per questo piu' preziosi, universi che nutrono, danno vita, forse l'unica che realmente ha senso vivere.

Anche se serve

Sssshhh... fai piano...
Serve silenzio, bisogna essere cauti.
Passi nel silenzio come luce nera nel buio, un po' di chiarore ma assenza di suoni.
Non parlare, non fiatare neanche, non muovere aria perche' l'aria e' pesante, perche' l'aria trasmette movimento, perche' l'aria e' viva e puo' raccontare, narrare di cose, persone, pensieri e sensazioni.
Serve calma, infinita calma.
Cio' che circonda deve rimanere, statico e stazionario, mantenere, mantenere senza turbare, senza spaventare, non agitare.
Silente e sfumato, io acconsento, fermo i pensieri e spengo la parola, l'anima, l'essenza dell'esserci.
Struttura di niente e in niente rimango in attesa, nella pace del nulla.