sabato, dicembre 30, 2006

Blu color vita

L'aria dopo la tempesta e' davvero diversa.
Tutto e' giusto, tutto e' corretto, tutto e' pulito, tutto risplende di vividi colori.
Un temporale e' forse la terra che si permette di dire basta, che spurga dolore e sfoga rabbia.
E' il sorprendere le piccole cose sottostanti con la potenza del rancore e della stanchezza, e' l'urlo per riappropriarsi di un equilibrio prima interiore poi elettrostatico.
La tranquillita' come la felicita', e' piu' concetto che status; ragione d'essere nell'istante in cui avviene, ambita meta in tutti gli altri.
La tranquillita' come la felicita', hanno senso nell'assenza, vivono di desiderio e speranza, di ricordi e sospiri, di passato e futuro, mai presente.
So solo che i suoni si fanno ovattati, le parole meno fluide ma piu' importanti, i pensieri si diradano aprendo cammini nuovi, nuovi posti, il blu vira nello smeraldo e c'e' un po' piu' senso, un po' piu' equilibrio.
Attendo il nuovo movimento ma intanto riprendo da qui.
Non chiedo altro...
Dragonfly out in the sun you know what I mean, don't you know
Butterflies all havin' fun you know what I mean
Sleep in peace when day is done
That's what I mean
And this old world is a new world
And a bold world
For me

venerdì, dicembre 29, 2006

Strati di foglie leggere

Amo certi film in cui l'umanita' e' la stessa solo un po' piu' strana, un po' piu' bizzarra.
Gente che non esiste ma che potrebbe essere, gente che vive in luoghi con strane dislocazioni spaziali, dove il filo del telefono e' lungo decine di metri, dove le case sono sempre linde anche se nessuno le pulisce, dove i pugni non feriscono e le parole non uccidono.
C'e' musica in sottofondo ed e' la musica giusta, c'e' sempre sole quando le cose vanno bene e c'e' pioggia a tre quarti dalla fine quando gli innamorati si lasciano per poi riunirsi nel finale.
Le auto scintillano, le donne ammaliano ma non eccitano, gli anziani non sono vecchi, i cani sono intelligenti come bambini e i bambini disquisiscono sulla vita come filosofi.
Nessuno muore e se succede si fa con gioia, perche' cosi' deve essere, perche' cosi' e' il ciclo della vita, il trascorrere delle stagioni.
Non si ride mai ma si sorride tanto e va bene cosi' perche' talvolta si e' stanchi di risate sguaiate e pianti a dirotto, certe volte e' bene immaginare un mondo senza fuliggine, un cielo senza nuvole, una notte senza incubi.
I reached inside myself today
thinking there's got to be some way
to keep my troubles distant
Touch me
how can it be
Believe me
the sun always shines on TV

giovedì, dicembre 28, 2006

Fumo sospeso

Aggrappato ai piccoli piaceri dell'ozio, scopro di sapermi arrestare talvolta.
Il gusto sta nel poter scegliere, nel sapere di ricominciare, nello scorrere dei minuti, buttandoli senza sprecarli.
Dilatare le sensazioni a conservare come menta sotto la lingua l'immobilita', mentre il resto ancora corre.
Regalarsi tempo quando lo abbiamo sperperato per pagarci ombrelli di carta e fegati dilaniati.
Illudersi di poter eliminare le cataste di libri ancora da leggere, di smaltire centinaia di ore di film in dischetti argentati, di scrivere e descrivere ogni piccolo particolare vissuto, anche se non frega a nessuno, neppure a me.
Ho decine di ricette da provare, migliaia di siti da visitare, terabyte di software da testare, programmi da scrivere, oggetti da catalogare e faro' tutto, tutto questo per domani.
Non importa che nulla sia vero, e' lo stesso che niente cambiera' ma il tempo serve anche per illudersi, dona opportunita' per ingannarsi e una volta tanto, scegliendo coscientemente di farlo.
Ora ti sembro più preciso
nel muovermi in assenza di gravità
Prima respiro più leggero
poi dimentico i ricordi che si accendono in me
di fotocopie mal riuscite e fogli vecchi ingialliti che
mi distraggono

mercoledì, dicembre 27, 2006

Lo zio Agostino

Ognuno di noi ha in famiglia uno zio Agostino.
Lo zio Agostino si fa vedere durante le feste e le grandi occasioni, sempre perche' invitato, mai per sua iniziativa.
Dispensa grandi sorrisi di circostanza e fa pesare il suo non volerci essere con ogni movimento del suo corpo.
Parla lentamente, cadenza le parole esprimendo solo concetti di base, riducendo l'interlocutore a un minorato mentale dopo pochi secondi.
Le donne di casa sono le uniche a cercare un varco nella perfidia, sforzo sempre vano ma dovuto, affinche' la natura materna abbia sfogo e compimento.
Gli uomini no, non ignorano ma parlano tra loro, con voce stentorea da farsi sentire e perche' no, sperare di coinvolgere, magari sulla propria linea di pensiero.
I bambini odiano lo zio Agostino.
Egli li ignora con la forza dell'intolleranza e loro lo sentono, lo percepiscono ma ancora peggio e' quando avviene il contatto diretto ove lo zio ti osserva con lo sguardo piu' ironico e falso che possiede, mostrando un'accondiscendenza viscida e unta, generata dal fastidio piu' totale.
La sua voce diviene sciroppo marcio che scivola nelle orecchie, blocca ogni tentativo di iterazione successiva, crea disagio che in giovane eta' muta presto in timore.
 
La vera potenza dello zio Agostino e' pero' a tavola.
Nessuno lo ha stabilito ne' deciso ma sempre suo il primo piatto, portato dalla donna piu' anziana.
Egli lo osserva fastidiato, solleva lentamente la forchetta. Il silenzio dura un istante ma il peso specifico e' altissimo. Assaggia.
Lo zio Agostino ha un suo metro di valutazione espresso in ordine inverso dai comuni mortali.
Cio' che adora viene liquidato seriamente e fastidiosamente con affermazioni perentorie del tipo "manca sale" oppure "la carne non e' buona".
All'opposto, quando non gradisce qualcosa seppur estremamente raro che avvenga, il sorriso si fa enorme e carico di pieta' come a dire "ti perdono perche' non sai quello che fai".
In mezzo milioni di sfumature di parole, gesti, sorrisi.
A questo punto si scatena il dibattito, per consolare la/le donna/e artefici della pietanza ridotte ormai a cumuli di depressione.
Grande solidarieta' dalle altre donne, capaci persino di rimbrottare verso lo zio Agostino sempre pero' con tono materno, accondiscendente e un poco sottomesso mentre gli uomini si dividono tra il pro e il contro, a maggioranza pro anche se con estrema cautela, con pacatezza e una sottile ricerca di complicita' del tipo devodareragioneallamogliemalapensocomete.
Tutti sanno che lo zio Agostino adora quei piatti, ma come un grande libro o un grande film di cui conosciamo gia' il finale, ci si fa comunque trascinare nella finzione come fosse vita vera, perche' lo zio Agostino sa condurti nel suo gioco ammaliatore e raffinato.
Lo zio Agostino non esprime mai altri giudizi, solo al commiato rilancia con tutti i denti possibili i complimenti alla cuoca ed e' qui che la confusione si fa grande, che nasce il dubbio che davvero non abbia gradito e come un getto di acqua gelata, sferza le volonta' a fare ancora meglio la volta successiva, dimenticando che il meglio e' gia' stato raggiunto.
 
Da tanto tempo lo zio Agostino non c'e' piu' e vorrei tanto prenderne il posto.
In parte riesco; i bambini mi temono, le donne tengono per me il migliore riguardo, gli uomini accondiscendono ma in cuor mio so di non possedere la giusta cattiveria, il sano cinismo, la dosata crudelta' e non per ultimo, l'essere un figlio di buona donna al punto giusto.
Con gli anni miglioro, cresco di abilita' ma lo zio Agostino e' inarrivabile, lo zio Agostino e' assurto al ruolo di leggenda, lo zio Agostino e' unico e immenso.
Ciao zio Agostino, sarai sempre il piu' grande.

Cornice del forse

E' come se fossimo partiti tutti con tempo e risorse limitati affinche' si potesse realizzare il meglio possibile, quanto fattibile, tutto lo sperabile.
Poi c'e' sempre qualcosa che mette fine alle infinite opportunita' e dove si e' si e'.
Eccoci quindi adulti e in un secondo il tavolo da gioco muta in qualcosa di inedito e diverso chiamato -fai il meglio con quanto possiedi-
Non e' peggiore del precedente, solo diverso.
Non e' vendere l'anima, e' semplicemente sostituirla con una nuova.
La nuova ricorda la vecchia e la vecchia arranca ogni tanto sulla superficie pretendendo ricordo e rispetto, tolleranza e nostalgia.
 
Succede che qualcuno non acquisisca mai la nuova anima e altri non ricordino la vecchia e cio' e' innaturale, straziante, doloroso, molto doloroso.
Tanti ne soffrono, molti non comprendono il disagio, le voci che non fanno dormire, l'incessante bisogno di qualcosa, la fame di esistere che non sazia mai, non soddisfa mai, impaludati in giorni eccessivamente intensi per non pensare, per non voler capire forse.
Andare avanti, che altro mai, cos'altro resta e consolarsi, se consola, di essere comunque vivi, solo un po' diversamente.