giovedì, dicembre 27, 2007

Ovunque ci sia domani

Sorrido teneramente da luogo a cui non appartengo, rialzo invero limitato dal quale posso comunque vedere distanze maggiorate, aria un poco piu' fresca, terre di poco sconosciute.
Come io sia giunto qui neppure lo ricordo sebbene strada sia stata fatta e ovunque fosse la mente, nella destinazione puntava lasciando poco spazio a margini, ai pensieri laterali, agli straordinari senza obbiettivi.
Non sono poi tanti i volumi che ognuno di noi colma col tempo che passa e se portata rimane distintiva, i veri picchi capaci di coprire eppure innalzare sono infinitesimi di piatto totale.
Vedo piccole colline, promontori livellati di massima, forme diverse e' certo e cio' che manca in una prospettiva, altra ne guadagna eppure nulla svetta nella topologia dell'eternita' e nella desolazione v'e' l'immensa umana capacita' di evolversi, di crescere e cio' avviene non nella massa, non nel collettivo, non nell'insieme se non come somma di singole e diverse unita' ed e' quell'unita' rapportata a nessun'altra che migliore e' delle altre e nel mancato raffronto si realizza e compie.
Se il dialogo quindi e' sulle proprie abitudini, sulle conoscenze individuali, padronanza di cio' che si e' in un luogo popolato da cio' che si ha, allora non e' emergere, non serve elevarsi, ingrandirsi, espandersi bensi' esprimersi quando una pietra puo' essere pianeta, foglia citta', pozzanghera oceano.
Non sono capace di girare banale concetto senza ergerlo a campione, eppure incapace di accettarlo contraddico per evidenziare, ancora e sempre convinto che peso sia un'invenzione di questa terra mentre massa appartenga all'universo e allora non peso, non peso piu', non misuro, non misuro piu' e m'affido all'umano senso dell'esistere perche' se bilancia c'e' forse davvero gli ultimi saranno i primi.
Sonno, tu che porti via i bambini
portami via anche questo
te l'ho consegnato piccolo piccolo
riportamelo grande
grande come una montagna
slanciato come un cipresso
che domini da est a ovest

domenica, dicembre 23, 2007

Illogico impercettibile

Piccole magie scorrono come acqua di torrente, elettrico fluido, tensione superficiale che come onda irreferenabile non controllo movimento.
C'e' la ciclicita' di corpo con funzioni controllate, la perfezione obbligata di chi cammina su un filo quando tremore coincide con eccessiva sicurezza.
Non so fermarmi, non posso fermarmi, non so sorridere, non posso sorridere ed e' reazione opposta ad ogni occasione e motivi sufficienti sono rari e preziosi, cosi' irreali nel solo ripensarci e desiderio si vuole tale, senza ambizioni perche' ambizioni si pagano in infinite rotazioni di inconcludente stasi.
Nascondo la testa scoprendola ancora sperando nel bianco e nero, quello che ricordo da bambino, informazioni diverse non carenti, compensazione con contrasto perche' e' nella luce che le ombre si stagliano e le pieghe della vita, come ferite d'asfalto nel deserto segnano una direzione nel segno di continuita' oggettivamente infinita.
Di che sarei fiero, quale dote incorporo ed esplicito, alimentare ego non sempre stabile, viaggio sviluppato in verticale piano o sconnesso secondo alterna prospettiva e accettare sarebbe straordinario quando visione muta situazione e considerazione con movimento di camera di fine regista.
E' che certi giorni cerco suono piu' che melodia ritrovandola dentro milioni di nuove canzoni seppur arrangiamento alternativo potrebbe risolvere egregiamente, apparenza facile di scivolo esistenziale.
Godersi il viaggio nei momenti di terreno meno aspro non e' fuga, semmai normale gestione di ore altrimenti dannate, condanna immeritata ed autoinflitta, sentirsi vicini, piu' vicini alla quotidiana linea da superare che per una volta sia sfida di forza, umana crescita, balzo per raggiungere cielo e non evasione da immonda fossa e se da qualche parte c'e' un canto soave che dono intanto che cerco, mio sia quel confine, mio il passo per lasciarlo a ieri.
Tutto quello che vorrei
sta nei miei pensieri
che proteggo dentro me
forse prigionieri.
E' inutile far finta che
li' fuori sia più semplice.
Le pareti intorno a me
come le mie mani
non permettono che poi
possa entrare freddo.
In apparenza facile
come rendersi invisibile