sabato, dicembre 09, 2006

Porte chiuse male

Alla base di tutto c'e' la rinuncia e la paura.
Per quanto sia difficile ammetterlo, questa e' la verita'.
Poi domandarsi quando la resa e' divenuta strada, poi non stupirsi di occhi che si chiudono, di braccia che si contraggono, di fumo al posto di albe scintillanti.
Ma all'alba segue il tramonto e il buio fa paura, il buio cela mostri, il buio e' freddo.
Buio amico mio ma prima il grigio annullarsi nel tempo e diluire la sofferenza in una eterna stasi carica di cio' che non e' stato.
Ho sconfitto tanta paura ma ancora non basta perche' non basta mai, non finisce mai...
... proprio come la gioia, gioia che rifuggo piu' del terrore.
Stay tonight
We'll watch the full moon rising
Hold on tight
The sky is breaking
I don't ever want to be alone
With all my darkest dreaming
Hold me close
The sky is breaking

Perigeo

Insistere nello scavare tra le radici per trovare qualcosa che non so, che non si sa se c'e', che forse non e' li', che magari non esiste.
Immagini, miniature da un remoto passato ed ecco li' quella vetrina guardata dal basso, occhi sgranati di bambino, file di oggetti dall'aspetto misterioso, esoterico, braccia che trascinano via lontano.
Era inverno e tutte le primavere lontane ma ora, qui diviene l'adesso.
Non ricordo la citta' perche' non era importante, ma che suoni differenti, che differenti luci.
Volti familiari come non ricordavo da anni e l'incoscienza dell'esistere. Qualcosa manca, qualcosa strilla forte.
Davvero essere e' essere stato ma il problema e' il sarebbe che diviene sara'...

giovedì, dicembre 07, 2006

Requiem

Quali sono le nostre dipendenze? Perche' le abbiamo? Da cosa scaturiscono?
Sono innocue o ci porteranno alla tomba?
E' solo il bisogno di sentirci dire che andra' tutto bene o c'e' dell'altro?
 
E' questo che accade quando muoiono i sogni?
Un mondo claustrofobico fatto di luci al neon e sobborghi di periferia?
Menti distrutte e letti scossi dai nostri stessi tremiti?
Bagliori immaginari e frammenti di corpi in sacchi della spazzatura?
 
Qui il problema non e' arrendersi alla fine di un sogno per passare ad un altro. Qui si parla della fine del sogno che implica tutti gli altri e senza il quale non esiste piu' futuro.
Non c'e' un barlume di speranza, nessuna luce oltre il buio, nessun paradiso oltre l'inferno.
Lo stomaco capisce questo prima delle mente e non ti decidi sul continuare a guardare o chiudere gli occhi ma non ci riesci e lo sai persino quando scrutando nell'abisso, l'abisso comincia a guardare in te.
 
Non c'e' soluzione ne' espiazione. Non c'e' altro che un buio profondo e hai paura ad alzare lo sguardo perche' lassu', si lassu' c'era una speranza, una salvezza. Per un attimo l'hai sfiorata con le mani e col pensiero ma oramai e' solo una corda che ti poteva salvare e che hai toccato mentre precipiti in un vuoto senza fine ne' pace.
 
Il nulla ha il suono degli archi dei Kronos Quartet ecco qual'e' la verita'.
La verita' che non e' mai assoluta, non e' mai universale, non e' infinita.
All'opposto la verita' ha le dimensioni di una punta di spillo, il colore dell'infinitesimo e il sapore di cibo chiuso in un frigorifero.
La verita' forse e' nei sogni dei nostri padri, in un dozzinale abito da sposa, forse in una semplice giornata di sole.
Di certo la verita' e' fatta di sogni ma e' anche fatta dalla loro assenza e il passo tra l'uno e' l'altro e' molto, troppo breve.
 
Si, forse non e' saggio conoscere suoni, immagini e odori dell'abisso. Forse non e' bene sapere quando finiscono i sogni.
Forse e' giusto che la vita rimanga un fluorescente show televisivo.
In fondo un inferno vale l'altro...

martedì, dicembre 05, 2006

Lontano, proprio qui

Pensare al futuro e vedere il proprio passato. Vivere il presente e stupirsi dell'esserci da sempre.
Ruotare attorno agli assi di ogni tempo e scrutare se' stessi al centro esatto del cosmo.
Sono le stelle a girarci attorno, la terra sotto i piedi a spostarsi, l'acqua a confluire in noi e se cosi' non fosse non si spiegherebbe quel vortice sempre pronto a trascinare via che continua a sfiorare pelle e sensi.
Troppo abituati a correre, pupille dilatate, membra doloranti e tanto grigio compatto e uniforme attorno.
Isotropia dell'esistere o solo eccesso di autoconsiderazione, non importa.
Contano le occasioni in cui non esisti al centro del Tutto perche' e' li' che si ritrova l'istinto, i meccanismi innati, lo scatto e i rodati movimenti che hanno costituito cio' che siamo.
Basta un palco su cui non salire, un treno partito per un soffio, una strada deserta e ancora una volta liberi di concepirsi, liberi di crearsi, liberi di dire "io si".

lunedì, dicembre 04, 2006

Il telaio delle eventualita'

Stanotte non sono ancora convinto di scrivere...
Ho troppi pensieri, troppe considerazioni, troppo male, troppo freddo...
Si, stasera sono troppo egoista, troppo bisognoso, persino troppo arrabbiato per cio' che accade.
 
Non ho soluzioni, non ho morali o giudizi.
Non ho valutazioni, non ho consigli, non ho stratagemmi.
Ho pareri quello si, ma non sono importanti.
Ho pero' istinto, ho bisogni profondi.
Ho voglia di percorrere strade che non andrebbero percorse, ho voglia di dimenticare tutto.
 
Ho pensieri davvero inopportuni...
Non scrivo oltre...
Sono stanco, sono inquieto, sono sfasato.
Dovrei dormire o lavorare tutta notte, tanto e' uguale.
Dovrei seppellirmi sotto qualcosa fino a domani, fino a quando potro' portarmi via, fino a quando potro' annullarmi ancora.

domenica, dicembre 03, 2006

Stabilire priorita'

E' solo questione di dinamiche.
Fili interconnessi, livelli intersecati, dimensioni che nascono da altre dimensioni.
Eravamo dislocati questa e' la verita'. Invero esistono infinite realta' alcune delle quali attraversate nel corso della nostra vita e forse la cosa piu' difficile e' allineare questi strati in forme geometricamente coerenti. O forse stabili.
Stabilita', coerenza... Questa e' la chiave?
No, non almeno nel senso classico.
Riconfigurare come la mente esige, questo si. Difficile? Non lo e', non lo sarebbe almeno se in qualche modo la configurazione originale fosse stata quella giusta dall'inizio, ma difficilmente la vita e' cosi' generosa quindi bisogna riconfigurare, invece di mantenere.
Realta' come filamenti plastici di shangai, da assemblare pero', non da smontare.
Stessi pezzi, stessi colori, stesse forme, solo una nuova configurazione.
Noi siamo la nuova configurazione... Difficolta'? Nessuna o forse meno di quello che sembra.
Siamo un intero universo e come ogni universo mantieniamo integre tutte le leggi della termodinamica, la principale delle quali e' la conservazione dell'energia, il livello entropico costante e regolare e se come Einstein ha dimostrato che esiste una relazione tra massa ed energia, basta allora collocare quei segmenti di shangai in livelli energetici e tutto il quadro tornera' coerente e regolare.
 
Energia, dinamiche energetiche... ecco ancora quelle dinamiche, non e' difficile... non cosi' tanto almeno.
Per generare energia serve altra energia e sempre per la prima legge delle termodinamica ne serve una quantita' persino superiore.
Se noi siamo un universo, in noi v'e' questa forza, il livello superiore necessario per mettere in moto la dinamica necessaria.
Noi siamo la soluzione, noi non siamo il problema e non esiste altra soluzione oltre di noi, proprio perche' per definizione siamo l'insieme delle energie, delle masse, delle interconnessioni e delle dinamiche.
Capito questo allora il tutto si riduce ad equazioni sterili e noiose.