sabato, giugno 02, 2007

Uomo e acciaio

Ogni tanto hai bisogno di andare dove tutti conoscono il tuo nome
Cosi' recitava una celebre sigla ed e' vero, completamente vero.
Negazione dei miei pensieri, del mio volere lo so, vivo la contraddizione, la sento mentre scava nella struttura, si insinua nelle crepe della corazza e amplifica le perplessita'.
Difficile nascondersi nella misantropia, consueta invisibilita' e prima barriera di un mondo che a spintoni trasformo in cio' che vorrei dimenticando cio' che e'.
Difficile disattivare quei meccanismi radicati cosi' nel profondo da divenire involontari e spontanei, evitare inquietudini con giocattoli di una vita intera, eppure...
... eppure entro in ampi spazi aprendo porte che conoscono le mie dita, gesti quotidiani sicuri, cronometrati, misurati, passi che seguono cammini prestabiliti e non c'e' bisogno di guardare, di osservare, di controllare gesti e parole perche' quella terra estranea e' comunque la mia terra e quei volti diversi si accomunano negli occhi e nei sorrisi.
Cosi' mi muovo senza esitazione e lascio fuori un pezzo di cio' che sono e mi carico del suono degli altri, delle forme e movimenti e la contraddizione una volta tanto, esalta e stimola, forse regola negata dall'eccezione e straordinario e'  un gioco nel monotono quotidiano.
Si, contrapposto pensiero, dissonante forse, stridente in apparenza ma se energia e' scontro di forze opposte allora il mio giorno ne ha bisogno, la mia mente ne ha bisogno, io ne ho bisogno...
E sia qualunque sia la
direzione
che prendono gli eventi
e sia l'unica via
per un milione di strade
divergenti
Un viaggio inizia sempre dal bisogno
di muovere un confine fino al sogno

giovedì, maggio 31, 2007

Scatto monotono

E' gia' curioso stia qui, ora, per quanto sia demolito, per come mi sento, per la voglia che mi sostiene ma non e' una ragione, nessun motivo.
Non riconosco piu' nulla, non ricordo una nozione che una, non v'e' ambizione alcuna e neppure desideri da cui attingere.
Ascolto canzoni pescate dal serbatoio inesauribile degli scarti in attesa di paradiso o inferno, sai il perche'...
Forse ho bisogno di stupirmi, di sentire un brivido, un pugno che mi faccia sanguinare copiosamente e chissa' cos'altro.
Sono stanco, mortalmente stanco di guardare cio' che mi circonda, poi lo faccio e mi accorgo di essere nauseato da cio' che sono e vorrei mandare a farsi fottere cio' che so e conosco, la deviata moralita' che a forza ho inculcato tra gli angoli di cio' che mi definisce, il senso del rispetto e della dignita'.
Fermo, composto, impettito e illuso di essere l'uomo giusto nel posto giusto, perfezione divina in bolla d'acqua invero.
Si, fermo, fai girare la realta', le frequenze, le vibrazioni... Io posso, io devo...
E' solo volume che si deve alzare, pavimenti che devono sussultare e la testa esplodere in tutte le direzioni, quei percorsi da intraprendere e finirla una volta per tutte di adoperare gli occhi sbagliati per guardarle.
Roccia che cade, acciaio che ammacca, terra che scivola e raggiunge un luogo che non e' il centro ma neppure inutile periferia e forse e' punto di partenza, ritrovo senza destinazione ma che importa, chiudendo gli occhi una strada la trovero' di sicuro.
And if you think I´m corny
then it will not make me sorry
it´s your right to laugh at me
and in turn, that´s my oppurtunity
to feel brave
Because ridicule is no shame
it´s just a way to eclipse hate
it´s just a way to put my back straight
it´s just a way to remain sane

mercoledì, maggio 30, 2007

Assi levigate

Parlando con una nuvola mi scopro un po' piu' leggero, meno legato a terra, differente massa, differenti pensieri, differente stato fisico e quasi nessun vincolo.
Non mi muovo da qui pero' e lascio fluire l'emozione del volo, scivolo sul terreno seguendone il contorno e mi e' difficile abbandonarmi e parimenti impossibile scordare.
Il vento e' fresco da qui, mi sorprendo ad osservare il cielo e trovarlo ancora piu' bello di quanto e', piu' azzurro di come appare e il tempo si ferma in un oceano di luce, sinusoidi che colpiscono e rilasciano le emozioni.
Qualcosa corre la' fuori, gioioso e riesco a non pensare, mi sforzo di non ascoltare le voci dentro e lascio tutta l'attenzione a cio' che sembra, non a come appare.
A volte non comprendo e mi inganno, m'illudo di sapere ogni cosa, di poter interpretare i movimenti e le sfumature ma cosi' non e' e lo so, lo sento.
Posso semmai bluffare e riguardo il cielo, le sue onde, sentire il vento e reimmergermi nel plasma turbinoso del giorno, del cuore.
Potevo dire, potevo fare, potevo osare, rinunciare e cosi' ho fatto perche' le nuvole non si afferrano, non si catturano, non si imprigionano.
Semmai le si osserva, ammirare da lontano, lontano dalla mente, non dalla pelle, mai...

martedì, maggio 29, 2007

Al meglio

Desiderare, ragionare, fermarsi, fuggire, forse dormire e che altro...
Fanno male le braccia e gli occhi lentamente planano distratti sugli oggetti piu' vicini.
Rilassarsi magari ma che vuole dire, come fare e poi cosa, dove e rielaborare risposte che gia' conosco.
Mi fermo con placida flemma in un gesto che tende all'assoluta stasi, al rallentare prima e giacere poi in impeto curatore, lasciare che i nervi smettano di contrarsi, i muscoli di flettersi, la carne rilasci il sangue e resti esanime, tramortita in un mare di stoffa, tra parole e immagini lontane.
Ho bisogno di fermarmi ma so che non ripartirei, paura immotivata ma non potrei diversamente.
Il cuore, il cuore, il cuore attende un po' piu' in la' ma non importa se fa cio' che deve senza pretendere, senza arroganze, senza esigere la prima fila.
Terminare senza finire e' una corsa senza tempo e lasciarsi andare, non ascoltare chi urla e sbraita, chi pretende e chiede senza sosta.
Accidia, accidia ecco il tuo nome, fantasma antico, spettro di altre ere, scheletro non nel mio armadio eppure non mi astengo dal preoccuparmene, dall'evitare confronti scomodi e inopportuni, nel trovare nuovi modi per farmi male.
Forse e' cosi' ma e' benzina nel mio motore che non si ferma, non si ferma mai sebbene questa sera una pausa sia dovuta, meritata, ambita e sono ad un passo dal riuscirci, dal vedere un domani su cui riversare l'oggi e il passato tutto, spostando cio' che non e' in cio' che non e' un giorno dopo...
Falling,falling 
What do you do when your falling you've got 30 degrees and your
stalling out
And its 24 miles to the beacon there's a crack in the sky and the
warnings out
Don't take that dive again
Push throug that band of rain

lunedì, maggio 28, 2007

Costante movimento

Myung suonava luci lontane, lampi intrappolati tra nubi spesse e minacciose.
Portnoy scivolava tra lampioni e catarifrangenti a bordo strada, velocissimo, come solo lui sa fare e le sincopatie del ritmo sincronizzate al cuore mi fondevano con asfalto, riflessi e bagliori di un sentiero troppo vicino.
Il navigatore indicava percorsi che invero esistevano solo nella mente, creazioni estemporanee della mia consuetudine e della luna eccessivamente luminosa, persino invadente nella ricerca di intimita', nel cammino quotidiano sempre uguale, talmente comune da desiderare che almeno mi appartenga.
Corsa veloce e d'un tratto mi sono sentito solo.
No, non quella solitudine che implode dentro, che toglie il respiro e intrappola i sogni, semmai consapevolezza e conseguente ritrovamento di determinazione e volonta' di corsa al buio, quel buio prima profondo poi tenue e fluorescente ma palpabile, percepibile con tutti i sensi acuiti al massimo grado.
Ho iniziato a correre nella musica prima, sulla strada poi, nell'ombra dopo ancora, infine nel freddo silenzio e ho corso tanto da confonderli tra loro, amalgama indistinguibile le cui peculiarita' risaltavano pero' in nuova forma che senza comprendere ho osservato e quando mi pareva di coglierne la sostanza, come mercurio in assenza di gravita' mutava in eccentrica figura, in nuova luce, in nuova solitudine.
Ad ogni modo sono arrivato a casa, certo non felice ma un po' di quella solitudine, di quel buio era rimasto indietro, mescolato all'asfalto, ai lampioni, agli alberi.
Solo la musica dentro e nota per nota ha soppiantato quanto perduto ed eccomi qui, stesse note, un po' meno solo e nuove canzoni da tenermi vicino, conservare dentro...
Tunnel vision at blinding speed
Controlling my thoughts, obsessing me
Void of any uncertainty
Throughout my very soul
Lost illusions of my control
Resisting all hope of letting go
Racing impulse of dark desire
Drives me through the night
I try to shut it down
It leaves me in the dust
No matter what I've found
I can never get enough
Frantic actions of insanity
Impulsive laced profanity
Long for elusive serenity
Way out of my control