sabato, marzo 22, 2008

Minuscolo quanto il cielo

Certe canzoni vanno lasciate stare.
Certe canzoni sono fate che umani non devono vedere tantomeno sfiorare, creature delle quali solo intuire esistenza, leggendaria presenza, magnifico sospetto, racconto da tramandare nelle sere in cui il buio fa paura, quando fuori non c'e' nessuno ad ascoltarti e vuoto dentro divora il cuore a piccoli morsi.
Puo' capitare di intravederne qualcuna giocare tra i cespugli, bagnarsi i piedi nel ruscello, rotolare nell'erba e raccogliere raggi di sole per adornarsi capo e braccia ma mai, mai disturbarle perche' certe canzoni vivono di luce propria, di propria energia da godersi riflessa, da sentirsi come vento tra i capelli, come pioggia mischiata a lacrime, come carezza quando ci si sente sconfitti e perduti.
Non tentare in alcun modo di comunicare perche' certe canzoni sanno solo parlare con voce soave e leggera, sussurrano con la forza di un uragano, lasciano dietro loro spazi immensamenti aperti nei quali ripartire, ricostruire o forse solo un luogo in cui riposare, dove l'infinito e' conquista, appagamento e nel sentirsi cosi' minuscoli ripartire per fortificare e crescere, punto d'arrivo di un ciclo che altri inizia e apre, destinazione che e' partenza, inversione di ruoli, rivoluzione.
Il colore di certe canzoni e' sempre bianco e nero, stacco netto ed indiscutibile, incontestabile essenza che contrasta grigio di un mondo a loro alieno e lontano eppure tra quel bianco e nero vi sono microscopiche fessure d'infiniti colori, di variopinti racconti e ogni racconto e' sinfonia solo sognata, riflesso di anima inquieta, speranza mai abbandonata, eventualita' che laggiu' da qualche parte e' divenuta ricordo, fotografia con poca polvere da pulirsi con cenno leggero della mano e un sorriso.
Certe canzoni volgono il capo e guardandoti negli occhi sara' amore, strada non piu' desolata, inizio e fine perche' alla fine certe canzoni saranno sempre li', alla fine certe canzoni sono nate per te e in te vivono, crescono, finiscono.
On a morning from a Bogart movie
In a country where they turn back  time
You go strolling through the crowd like Peter Lorre
Contemplating a crime
She comes out of the sun in a silk dress running
Like a watercolour in the rain
Don't bother asking for explanations
She'll just tell you that she came

giovedì, marzo 20, 2008

E' pieno di stelle

Oggetti non esistono nella materia ma nella consistenza della luce che plasma prima di ritrarre e presentare al mondo cio' che avviene, cio' che compare, cio' che e'.
Colore e' stato di realta' non strano rimbalzo elettromagnetico perche' qualcosa e' cio' che appare se si manifesta con inchino e garbo eppur decisa presenza, materiali sfuggevoli, consistenze indefinite, tutto da inventare, tutto da creare.
Ho visto nubi grigie e cielo cobalto e sole come un grido prima di spegnersi, palazzi bigi ed inutili come immensi capolavori d'umano ingegno, forse ispirazione di un dio superbo su torri appoggiato nel glorificarsi, nell'esaltarsi riflesso ed appassionato in creature protese a compiacere ed essere amate.
Se luce e' materia che mio diventi lampeggio di led furiosi, che puntini freddi e silenziosi parlino, gridino sdegno d'appartenenza, voglia di rivalsa e giungano a me che so conservare, apprezzare e stringere energico come mia carne, come miei pensieri, figli, emozioni che altrimenti non so, non spiego.
Ogni lampadina si riposi, interruttori premuti, telecomandi adagiati e nel mio universo mi riempio di lampi e suoni, nel mio buio cosmo vedo tutto, capisco tutto, sento tutto, amo tutto, accarezzo compiacente e compiaciuto, mi muovo perche' so creare passi e concetti nell'ignoto conosciuto, sorpreso del sorprendermi e non lontano un bambino gioca col balocco piu' costoso della vetrina senza piu' invidia, senza piu' malinconia, eternita' di un minuto ma che importa quando infinite frazioni lo rendono intero, cos'altro serve quando e' percezione a definire, e' concezione a porre limiti e definizioni e gli occhi vedono cio' che gli si comanda e io vedo futuro, infinito, gioia, pace.
Strisce di un viaggio velocissimo, corsie colorate come strade a stratificato paesaggio e l'intorno e' ogni cosa, il viaggio e' meta, meta trasformazione, evoluzione, arrivo che e' inizio, bagliore genera buio, buio, razza, eternita'.
And I am not frightened of dying,
any time will do, I don't mind.
Why should I be frightened of dying?
There's no reason for it, you've gotta go sometime.

domenica, marzo 16, 2008

Circolazione d'eventi

Vento artificiale in questa stanza, elettronico generato da decenni che appaiono eoni, terre piu' vicine che lontane, sorseggio soave di nettare antico, dimenticato troppo, troppo velocemente eppure vivo argento capace di portare altro vento, altri ricordi, paralleli, paralleli si.
Feste e sbiaditi ricordi ingialliti da un tempo in cui qualcosa poteva servire, poteva cambiare ma perche', perche' ricordare ora, quale miserrimo tentativo di riaffiorare lontane stanze, occhi chiusi e affaticati, note bassissime al limite del dolore e mani sulle orecchie, sabbia in bocca, attonito e perduto.
Tutto sbagliato, tutto sbagliato lo so bene, ricordo vittoria della quale mai avrei voluto pagare prezzo, magnifico prezzo, orrendo prezzo e ricordando ancora vivo, ancora sento scricchiolii e lamenti.
Fu proprio li' che non mi rialzai contemplando da terra un cielo grigio e lontano, elargendo sorrisi e promesse, indifferente e sovrano, padrone di infiniti futuri e stelle a manciate, astri in celeste formidabile a sua volta luminoso ed incandescente.
Desiderio di essere cristallo, in apparenza trasparente, reale inghiottire luce trattenuta pochissimi istanti e poi ridarla al mondo un po' piu' colorata, un po' piu' distorta, elaborazione, assimilazione, furto improprio ma necessario, quasi dono.
Le mie parole sono sbadigli, il mio volto e' sale che brucia, le mie mani artigli spuntati, canzone di accordi stridenti intollerabile, dolorosa, invocazione maledetta malgrado intraveda purezza, verita', desiderio e ascolto parole che non so pronunciare, che a stento concepisco mie eppure come energia sconosciuta da me generate abbagliano cio' che di buono alberga nei meandri azzurro elettrico dei pensieri, nella foresta silente delle intenzioni, nell'improvvisa illuminazione di notte scura e bastarda e non c'e' perdono, non c'e' espiazione, accettazione di mani giunte, improvviso rendersi conto che se esiste un perche' allora io posso esistere, io posso resistere, io posso.
It's warm tonight
It rained tonight
The windows are all open wide
Can't see the clock to check the time
Nothing is moving