martedì, maggio 06, 2008

Prima zona

Un uomo a terra, un uomo cammina, un uomo tocca le stelle.
Distanziati da un singolo infinitesimo punto sono fantasmi sovrapponibili e sorridenti, ognuno una strada, ognuno una missione, ognuno un destino eppure restano indistinguibili, inseparabili, alla mente unico ricordo, confusi, mescolati, perplessita' e mistero del quale indifferente, ignoro.
Direzioni diverse, mezzi lontanissimi eppure una domanda lega destini talmente divergenti da avere per forza qualcosa in comune, almeno un seme germinato in terreni diversi, con diverse ambizioni.
Domandarsi dove sia la ragione, la direzione, complementarieta' degli opposti o anni gettati da qualche parte, in discariche emotive, sacchi neri ed ordinati, orrenda fila di cui essere spettatore o artefice, confusione di ruoli e ancora un cerchio che si chiude, spalle che si stringono, mani che proteggono da luce abbagliante.
Intrappolato in quotidiana gabbia di vulcanizzato chiarore, scorgo qualcosa che anomalo cammina, forse scivola nel veloce flusso delle cose, polvere su polvere, asfalto su asfalto, desiderio di camminare contromano, contro flussi, riflussi e doveri, un giorno di violini senza solisti a coprire, a primeggiare, ad isolare un concerto che e' solo nella mente, nelle notti senza sogni, nelle pagine bianche di libro mai scritto.
Ancora una volta non riesco ad invidiare coprendomi di bigia cenere, come se colore fosse insana corsa, come se strisciare fosse nuvole e mangiare terra, cielo brillante e nel torto ho ragione, nell'errore perseguo universale giustizia, senso di logica vita che trascende mode e periodi e se nell'unico dimora il tutto allora la sola algebra domina l'universo, successione immensa ma non infinita di somme e null'altro perche' oltre l'unione di unita' esiste un oceano e in quell'oceano una terra e li' un luogo in cui le parole finiscono, i pensieri si fermano, il dolore un ricordo, un'impressione.
My life passes before my eyes
And only now I can see...
Obsessive thoughts made me forget
Simple things just like live...

domenica, maggio 04, 2008

Nell'approssimato dispari

Straccio lenzuola esauste, brucio un fuori, segno tangibile di realta' che non appartiene a nessuno tantomeno a me, alberi che non crescono, non s'espandono, non inciampano nel legittimo desiderio di abbracciare ogni pietra, ricoprire strade e colline, oscurare astri e nuvole.
Strano, strano modo d'esistere, come frase ripetuta all'infinito, parole che perdono significato divenendo impastati suoni, mantra che e' racconto, novella d'illusione e se v'e' trasformazione e' nel persistere di concetti che alla pari di fluidi viscosi, scivolano tra le pieghe della ragione comandando e definendo la realta', ridisegnando pregresso, racconto di un passato destinato a sparire se non nei sogni, forse altro ancora da scoprire, romanzo perduto ma non del tutto dimenticato, non ancora sepolto, celato ingegno inesistente.
Sono abitudini, abitudini di provenienza lontana, come ancestrali ricordi sospesi tra mito e risveglio, come vapore che disperso nell'aria notturna muta in foschia lunare, rugiada gelata, irripetibile conformazione atomica, materia non materia, arma di delitto mai compiuto, mai pensato, mai concepito.
Sole attrae e torpore lenisce ferite incapaci di chiudersi, gioviale convivenza in fondo, abitudine, troppa abitudine ma non c'e' sale su carne viva, non c'e' quel soffio di vento che increspa pelle e notti, buio oramai pieno di mostri noiosi ed estranei, fastidio e irritazione, ipersensibilita' al nulla imperante, nascondiglio di ben altri irrealizzati desideri.
E' che alla fine e' rientrare in stanze normalmente illuminate eppur cieche nel bagliore esterno, istinto e memoria di muri e corridoi, senza discernimento, senza piano preciso, forse vaga espressione dell'arrivare in fondo, del trovare un traguardo, meta solo fantasiosamente ambita, irreale cammino di qualcuno che ha solo ipotizzato un riparo, stabile tetto e se tutto e' diverso, se tutto infine scompare poco importa, come sempre del resto.
Open the doors that lead on into eden
Don't want no cheap disguise
I follow the signs marked back to the beginning
No more compromise