sabato, maggio 26, 2007

Verdi rose

La luce era intensissima malgrado l'orario e le ombre, lunghe, profonde, ghermivano le pareti coi loro artigli.
Il riflesso dell'acqua ondeggiava tra terra e vetri danzando con le ombre, intervalli di luce e buio in vivace alternarsi, epica battaglia tra dei dimenticati e potentissimi.
Spessi muri trasparenti tra me e il bosco di pini eppure sentivo la sua voce, il sussurro impetuoso dei rami e l'umile risposta delle creature che l'abitano.
Non capivo le parole ma il senso non era mistero, il messaggio chiedeva solo di sentire senza ascoltare e cosi' feci, respiro su piccole onde trasparenti, movimenti come ricordi lunari e lentamente il tempo che si spegne come i pensieri, trascinando le angosce e le inquietudini lontano nel loro cerchio, nel centro del nulla.
Ricordo perfettamente come mi sentissi eppure non potrei descriverlo perche' il contrasto lacerava le definizioni, disgregava i paragoni, annullava i raffronti.
Ricordo che ero irritato e stanco, poi perplesso e incuriosito, infine placato come raramente prima con una punta di fugace eccitazione, mistero da svelare in un nuovo orizzonte, preludio e scoperta.
Davvero fu un preludio ed e' stato sorprendente scoprirlo lontano nel tempo e nello spazio dai quei luoghi.
Tutto lontano ora eppure ne percepisco lo schema, la precognitiva evocazione e quelle acque hanno visto la nascita di un nuovo avvenire, barriera di epoche e scogliera da cui scegliere direzioni diverse e se davvero diverso fu cio' che segui', non dimentico quel bivio, quelle stanze, il mistero affascinante di qualcosa che nasce e qualcosa che muore.

giovedì, maggio 24, 2007

Piano terra

Accidenti quante soluzioni, quante risposte, quante e quali stupende opportunita', ovunque, basta girarsi e allargare le braccia per coglierle.
Cosa succedebbe pero' ad approfittarne, che accadrebbe se ognuno andasse alla ricerca di cio' che piu' desidera, che fine farebbe la societa' per come la conosciamo?
Freud comprese che l'uomo aveva sacrificato la felicita' per la tranquillita' e io come uomo del mio tempo posso solo avallare quella che allora fu solo una tesi.
Del resto e' nella natura umana, nell'incoscienza della gioventu', nel ciclo naturale della vita strabordare emotivamente per poi stabilizzarsi in piatta esistenza, volere le stelle per accontentarsi della loro luce, puntare al cielo per gioire di qualche saltello ogni tanto.
Tutto normale, tutto naturale e non certo io sputero' su questo che comunque rimane il migliore dei mondi possibili ma certo di strada ve ne sarebbe per correggere il tiro.
E' che basterebbe convincersi che la felicita' non esiste, non come stato emotivo prolungato almeno.
La felicita' e' tale perche' vive nell'istante della sua presa di coscienza, un'istantanea, una foto da conservare con cio' che piu' e' prezioso, ma nulla di piu' quindi perche' ambire utopicamente a un singolo fotogramma quando l'intero film e' visionabile.
Vorrei puntare a cio' che mi fa stare bene ecco cosa e se qualche volta posso essere felice allora bene, tanto meglio.
Vorrei trascorrere il mio tempo sapendo sia utile per qualcosa, per qualcuno, forse non apprezzato, ma riconosciuto, quello si.
Vorrei desiderare arrivi l'ora successiva, poi quella dopo e ricominciare il nuovo giorno e quello successivo.
Vorrei una nuova fine o un nuovo inizio, tanto e' uguale...
Out where the river broke
The bloodwood and the desert oak
Holden wrecks and boiling diesels
Steam in forty five degrees
The time has come
To say fair's fair
To pay the rent
To pay our share

mercoledì, maggio 23, 2007

Nessuno a casa

I numeri dicono che sono a meta' della mia vita.
Non provo niente, niente che abbia un senso o la necessita' di essere scritto.
Forse dovrei tirare delle somme, stilare un bilancio seppur parziale ma non ho intenzione, bisogno, voglia di farlo e mi chiedo il perche'.
Potrei accusarmi di codardia, non ragionare per non pensare, non farmi carico di tutte le valenze implicate e potrei avvicinarmi paurosamente alla verita'.
Potrei trovarmi sconfitto, demolito al punto da non avere piu' forza per uscire da cio' che sono divenuto e dalla tana che mi protegge e ancora non mi scosterei eccessivamente dal giusto.
Magari incosciente ed arrogante, stupido eterno in eterno splendore nel decadente andirivieni di questa Terra e di cio' che la popola.
Sarebbe il caso festeggiassi ma ho poco fiato per le trombette e i cappellini danno fastidio, molto da' fastidio, troppo da' fastidio.
I numeri sono arroganti perche' non puoi discutere con loro, a volte ingannare, altri aggirare ma i numeri non ammettono compromessi e per questo, alla fine del giorno, credo solo a loro e solo con loro voglio restare.
I numeri sono amici perche' sono sinceri, crudelmente veri e mai verosimili e oggi non voglio altro, non desidero altro.
Magari non e' il caso di restare a commiserarmi malgradi sia scelta, volonta' e presa di coscienza di non aver imparato niente, di non aver guadagnato niente e che niente mi rimane in queste mani vuote.
Sbagliato qualcosa?
Ma no, niente se sbagliare e' scelta involontaria ma quando il risultato e' conseguente risultato allora rimane orgoglio, forza e quel pizzico di coraggio che serve sempre, che fa andare avanti.
Pero' mi scuso con chi non ha voce in capitolo e vorrebbe averla, con chi scuote la testa e si gira, con chi non gliene potrebbe fregare di meno.
Ora voglio solo tutta la maledetta musica dei miei anni, voglio affogare nel pop piu' doloroso, voglio precipitare nel vuoto piu' nero, nel baratro piu' scuro, voglio perdermi e ritrovarmi ma non subito, trascorrere un po' di tempo tra pioggia e rovine, sterpaglie ed erba secca, girarmi verso il sole che tramonta alle mie spalle e respirare forte, iperventilare e lasciare andare la testa lontano, leggera, balsa in mezzo alla tempesta ma almeno libera.
... e' che quei suoni mi tengono qui e vorrei andare, ma non riesco, non posso, non posso, ma non posso e continuano a starmi accanto, a starmi dentro e nulla e' possibile finche' restano vicini, io ho bisogno di loro e loro di me...
In questa meta' vita ho fatto quanto ho potuto e se ho perso, se sono stato sconfitto, se brancolo nel buio piu' di prima allora questa e' la mia sconfitta ed il mio buio, amici di oggi, amici di sempre, forse uniche e misere conquiste ma ci so convivere, ci so dormire assieme e li voglio con me, vicini a me perche' di certo, nella seconda parte della mia vita, so che comunque vada, per quanto resista, non mi abbandoneranno mai.
I've got a little black book with my poems in.
Got a bag with a toothbrush and a comb in.
When I'm a good dog, they sometimes throw me a bone in.
I got elastic bands keepin my shoes on.
Got thirteen channels of shit on the T.V. to choose from.
I've got electric light.
And I've got second sight.
And amazing powers of observation.
And that is how I know
When I try to get through
On the telephone to you
There'll be nobody home.
I've got the obligatory Hendrix perm.
And the inevitable pinhole burns
All down the front of my favorite satin shirt.
I've got nicotine stains on my fingers.
I've got a silver spoon on a chain.
I've got a grand piano to prop up my mortal remains.
 
I've got wild staring eyes.
And I've got a strong urge to fly.
But I got nowhere to fly to.
Ooooh, Babe when I pick up the phone
There's still nobody home.
 
I've got a pair of Gohills boots
and I got fading roots.

lunedì, maggio 21, 2007

Giochi del navigante

Mi sono visto riflesso, ho seguito le mie tracce e trovarmi, scoprirmi mi ha sorpreso.
Gioco di specchi, gioco di vita, interfaccia con nuove angolazioni di luoghi ed abitudini future.
Divertente, persino eccitante, sapore nuovo di antiche ricette.
Cio' che piu' mi affascina e' guardare oggi con lo stupore di ieri, quando immaginare era facile come vivere, piu' stupefacente del vivere che eppure era avventura.
Sono foto al di la' delle vetrine, quando gli oggetti erano desideri e non soldi e quei colori, quelle forme, i disegni approssimativi ma bellissimi erano razzi diretti su mondi non troppo lontani in fondo, solo a una battito di ciglia, a un salto di fantasia.
Luci intermittenti come esplosioni di stelle e piccoli passi che smuovono montagne, montagne aliene pieni di punti luminosi su sfondo nero profondo ed incredibili citta', lucenti palazzi e strumenti oltre ogni immaginazione.
Non potevo andare cosi' oltre ma ancora accade di ripensare a quanta differenza, quanta diversita', cosa e' cambiato e teneramente prendermi per mano e condurmi la', laggiu' dove ho giocato, sperato, sognato, laggiu' dove sono stato felice, davvero felice.
Man alone; born of stone;
Will stamp the dust of time
His hands strike the flame of his soul;
Ties a rope to a tree and hangs the Universe
Until the winds of laughter blows cold.