domenica, febbraio 24, 2008

Etiologia

Moltitudine di corpi che riconosco uno ad uno, sollevato osservo dalla distanza, luogo generico e sicuro, controllore irresponsabile e certo plano nell'oblio degli infiniti me, io ripetuto, primordiale se' evoluto come per gioco, quasi magia, stregoneria forse, sortilegio di dubbia provenienza, privilegio incerto.
Davanti, indietro, in mezzo e c'e' storia ovunque guardi, per ogni dove mi giri ma l'ordine non e' sparso dove ultimi irrealizzati momenti, innanzi illusioni di sempre protette da mura oltremodo piu' alte, in progressione piu' possenti, ogni momento piu' massicce e minacciose.
Stanco di ripercorrere medesime frasi, solite opacita' che mai diverranno trasparenze, troppe promesse all'attonita legione che stancamente non segue, non decide, non muove ma deambula attonita, arresa per sopravvenuta mancanza di concreto senso, di giusto cammino, deviate passioni, spogliate arroganze.
Per quanto infinito spiegato all'orizzonte, questa e' terra gia' calpestata e se nessuna consolazione allora e' rinnovato rammarico di parole che non escono, sorrisi abortiti su labbra sigillate, dita che non toccano e muoiono inerti su suolo gelato, occhi roteano impazziti, timorosi, in cerca di tutto perche' nulla e' cio' che serve davvero, ciechi in parvenza d'umana forza, questione di attimi lunghi come millenni, silenziosi come stagni ghiacciati, inutili strumenti di giornate piene di sole che mai hanno veduto, calore di sola astrazione ricavata da troppe parole ed immagini.
M'induci a cercarmi per ammettere cio' che si vede quando banalmente e' cio' che si e', residuo di ricordo, scarto di lontano dicembre, freddo umido di condizione non stato e da troppo tempo minaccio e non attuo discesa tra moltitudini, confondersi e mescolarsi, simile nel simile, uguale nell'infinitesima distanza delle differenze, nessuna alternativa nell'espressione suprema di combinazione dell'esistenza e nella gola riarsa far rimbalzare una sola parola: basta.
Io ho visto degli orrori, orrori che ha visto anche lei ma non ha il diritto di chiamarmi assassino.
Ha il diritto di uccidermi, ha il diritto di far questo, ma non ha il diritto di giudicarmi.
E' impossibile trovare le parole per descrivere cio' che e' necessario a coloro che non sanno cio' che significa l'orrore.
L'orrore ha un volto e bisogna farsi amico l'orrore.
Orrore.
Terrore morale e orrore sono tuoi amici ma se non lo sono, essi sono nemici da temere, sono dei veri nemici.

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