domenica, giugno 17, 2007

Silos bianco

Sono fuggito di casa e mi sono rifugiato nell'unico luogo in cui riesco a non pensare, nel solo posto dove tutti miei i doveri e i piaceri, le colpe e i meriti e cio' che compio o meno ricade per un verso o per un altro solo e unicamente su me.
Non e' mai fatica, non c'e' sudore o dolore; e' la sensazione di tranquillita', l'appagamento che cresce laddove v'e' sacrificio e dovere, consapevolezza che non c'e' risultato se non ci si mette in gioco.
Poi terminare e stemperare la pelle in acqua fresca e lasciare che il respiro si blocchi nello stomaco, il sangue stesso si fermi e permettere alle ansie di sciogliersi, sospensione emotiva ed emozionale, dipendenza infranta dal quotidiano.
Era un anno che aspettavo quel momento...
Mi sono mosso lentamente e alzando lo sguardo al cielo, da una parte il sole mi e' esploso negli occhi e all'opposto nuvole grigie spaccavano l'orizzonte correndo longitudinalmente nell'algido blu.
Ora fermo, naturalmente immobile, non mi e' parso vero che quel tempo fosse mio e l'assenza totale di voglie e desideri mi ha estasiato come raramente accade, come un premio ambito e meritato.
Ancora sole rovente, tanto sole e libro che scivola via tra lampi accecanti e sudore copioso e cosi' ancora, ancora, ancora fino a sentire l'ombra rotolare sul fianco e via via attraversarmi, oasi lussureggiante nel deserto in fiamme e alfine silenzio, conclusione solo rimandata ad altri giorni, a quando spezzero' ancora le mie abitudini, lasciandomi spazio, aria, libri, qualcosa che amo, per me, solo per me...
I am a face
in the painting on the wall
I pose and shudder
And watch from the foot of the bed
Sometimes I think I can
Feel everything...

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