domenica, gennaio 07, 2007

La strada che dovremmo essere

Colline sfumate in foschia notturna come highway fusa al sole del deserto?
Quando sai perche' sei partito si, quando sai che in un modo o in un altro bisogna arrivare si, quando una volta tanto conta il presente si, mentre e' la strada che ti viene incontro si, con Van Morrison si.
Ancora una volta scoprire che i sensi non contano, non servono; meri attrezzi subordinati al cosmo interiore, percezioni come interpolazione di una realta' sotteranea solo similmente reale.
Simulacro imperfetto, riproduzione viziata, foresta di plastica, verosimile fatto materia.
Ancora una volta fermare i pensieri e tornare ad un equilibrio piu' naturale, piu' sensato, piu' ambito.
No, non c'e' domani se il futuro non appartiene, non c'e' passato se non e' il proprio e il calore diviene musica lontana, pagine stampate, penombra di lampada alogena, divano con ancora il suo profumo e audio al minimo di televisore.
Ancora una volta la strada e' dentro ma anche il panorama attorno lo e', quindi fermarsi e' contemplazione, e' bisogno dovuto, e' meritato sospiro.
If I ventured in the slipstream
Between the viaducts of your dream
Where immobile steel rims crack
And the ditch in the back roads stop
Could you find me?
Would you kiss-a my eyes?
To lay me down
In silence easy
To be born again
To be born again

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