martedì, aprile 29, 2008

Verve

Difficile persino desiderare, improbo gesto, archetipo da ignorare e mai piu' seguire quando trucco e' correre, correre a perdifiato osservando poco, fermandosi meno, meta ambita domani, sempre domani, ancora domani.
Domani e superare il dubbio del domani che verra', domani e sara' ancora domani fino a quando faccia al muro, affrontare o perire in scelta inesistente, incosistente, inganno che potrebbe ma non si sa mai, non scommeterei, non giudicherei con eccessiva severita', con immeritata superficialita'.
Sempre piu' sottile, impalpabile barriera che separa idealizzato silenzio con programmato caos, vendetta di chissa' quale dio malvagio in terra rossa, cielo crepitante fulmini e oceani in rivolta, malsana genealogia di nuvole troppo alte, pioggia di gocce pesanti e dolorose e attente a colpire duro, a fare male, a spezzare voglie di quanto potrebbe avvenire.
Attesa sempre meno attenta ed e' trovarsi in cattedrale deserta, osservare enormi colonne di marmo e sangue a reggere volte imperiose ed inutili, cupola che nasconde stelle senza proteggere da esse, enormi finestre esaltanti luce esterna senza illuminare ambienti cupi carichi di polvere sospesa, particelle come scintille, abitanti di fatato mondo, stato di esistenza, permanenza, ambizione di energia che diviene materia fine a se stessa, utile ad osservare, scarto ininfluente e per questo importante, tranquilla, felice.
Ogni tempo rimane comunque definito nella percezione di omologhi adiacenti, disperdendosi nel soggettivo antico e moderno, congruo e sconveniente cosi' come fruscio puo' essere magico assolo nel frastuono e sinfonia puro caos in giornata rabbiosa e maledetta e fosse immaginazione allora cadrebbero leggere parole ma nel frattempo il verbo si fa carne, mesi cani rabbiosi e affamati, pareti tenera sabbia ed osservar girare la ruota, sempre piu' sorriso va a grande e triste giostra, patetico manufatto, inutile a tutto eccetto che al cuore e al suo tramonto.
This world is helpless...
I descend... I flee
To sympathize for their souls;
You have to humanize me

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