mercoledì, aprile 23, 2008

Ottica gemella

Ho provato ad alzarmi e quasi crollo a terra, necessario restare molto lenti, scambiare dominio del tempo con morbido e caldo pavimento, ascoltare sangue pesante e denso sempre piu' lento, sempre piu' stanco e gia' una mano giace immobile, l'altra s'arrabatta in movimenti sempre meno coordinati, sempre meno sensati.
Potrebbe essere grave segnale, doloroso indicatore di limite oltrepassato eppure e' strana rappresentazione di quiete, basilare energia che consente poco piu' di vivere di minuto in minuto, di ora in ora e il resto sia calore in atmosfera fredda ed umida, qualcosa che non aggiunge, qualcosa che non toglie, qualcosa che accarezza il niente.
Torpore m'avvolge suadente, sinuoso e strisciante su pelle arida, arrendevole desidero persista piu' a lungo possibile senza riflettere, senza questionare, mare placido che esaudisce e sorride nei basilari bisogni di chi e' uscito dalla competizione anche solo pochi istanti, come finestra improvvisamente spalancata su asfissiante stanza fumosa, acre odore che fugge spingendo lontano aria viziata, falsi miti, negative strutture, inutili discussioni.
Scopro che umane dimensioni vengono definite da urgenti bisogni e una volta cadute implodono volumi e distanze, staccano lancette, spengono luci in eterno notturno soffuso, buio glaciale carico di riflessi e bagliori, lampi di cio' che e' lontano, di quello che dovrebbe e fortunatamente non e', mescolato bisogno d'indefinibile silenzio.
Sento legame proporzionalmente inverso alla distanza e cio' e' bene, altra sicurezza, ribellione in fondo a umana inettitudine, ingestibile montagna di verita' cosi' alta, immensa ed inutile massa urgentemente da liberarsi, gettare e fuggire, fuggire nel centro esatto d'inopportuno suono costruito nei cavi, nel rame, nell'elettrico elettronico, in un desiderio inquieto ed irrealizzabile, moto parallattico d'apparente vivacita' in prospettiva sognante, in terra inesplorata, in occhi grandi e stupefacenti come la vita, la vita che dovrebbe.
Heres a good one
Did you hear about my friend
He's embarrassed to be seen now
'Cause we all know his sins

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