domenica, dicembre 30, 2007

Come pelle

Il sole visto da un pozzo nel profondo buio della notte sembra luna piena eppure nuvola illuminata nell'oscurita' appare come sole splendente.
L'essenza non e' parvenza eppure ne definisce proprieta' e talvolta le piu' importanti si evidenziano come fari nella nebbia, un po' come guardare e non capire, coprirsi il volto con le mani ed improvvisamente nessun mistero, nessun segreto, nessun incanto, tutto noto.
Partenza senza ritorno perche' andare e non comprendere e' come non essersi mai mossi di un passo e tentare non serve, non aiuta affatto e cosi' scoprire che piu' lungo percorso e' stando immobili con quel tanto di leggero ed impercettibile tremore del collo, palpebre vibranti eppur chiuse, scrigni di occhi che vedono molto piu' da chiusi.
Vi sono porte che non trattengono un passo fermo e deciso, tantomeno lacrime e speranze in universo infinito ma non cosi' vasto da non essere percorso nel lasso di un pensiero dimenticato.
La distanza tra deserto ed eterno ghiacciaio non si esprime in passi bensi' in notti insonni, occasioni in cui ripensarsi, rivedersi, immaginarsi lontano ma non troppo, vicini ma non troppo, felici ma non troppo perche' le realta' non e' mai a portata di mano ma neppure cosi' distante da non essere raggiunta con pochi sorrisi, qualche affanno, certo rischi ma altrimenti che senso avrebbe.
Pulito ed ordinato, preordinato forse ma ci si illude che il meglio debba ancora venire e costelliamo gli spazi mancanti di flebili luci, tenui colori, illusioni fatte di parole, di immagini, di pensieri, troppi pensieri.
E' che certe notti udire il proprio sangue solitario scorrere nelle vene da' adito a piccole recriminazioni, leggere insofferenze, ampie e disilluse aspettative, voglie mai troppo represse, mai troppo ambite, generiche speranze, grandi e possenti corse nel silenzio che talvolta non e' abbraccio.
What shall we use
To fill the empty spaces
Where we used to talk?
How shall I fill
The final places?
How can I complete the wall

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