martedì, ottobre 30, 2007

Silenzio sul mare

Che suono ha il silenzio?
Forse sintetico in battere lontano ma vicinissimo al cuore, pianoforte sfiorato non percosso e stato di attesa che conduce in interregno freddo, solo passaggio, passaggio si.
Che suono hanno le onde?
Cuore che batte sicuro, palpito sincronizzato, preciso, preso per mano come fanciullo che deve scoprire cosa e' il mondo, un mondo meraviglioso distante poche manciate di sabbia, molte ore di pace.
Leggero riverbero ma e' regolare, tutto e' regolare, vibrazione nello stomaco senza urto perche' anche la terra ha il suo cuore ed e' un cuore liquido, caldo anche se gelato ed e' voce dal fondo, violino dedicato alla luce.
Straziato di bellezza smetto di ascoltare e cammino a mia volta in un sogno che non mi appartiene, desiderio che costa una vita, che vale una vita laddove il coraggio e' perseguire un bisogno forse irrazionale ma proprio per questo irresistibile e ancor di piu' offrire il proprio sorriso al fallimento, alla sconfitta, all'innaturale abbandono del quotidiano per farsi condurre sulla via maestra e non e' cammino di seconda mano, non e' accovacciarsi inerti ma scoprire la scoperta, rivelare quanto gia' noto.
La morte e' orrenda tra lacrime e disperazione, in sepolcri marmorei grigi e impolverati, ma altresi' mutata in foto donata alle acque, corsa liberatoria e un oceano intero di ricordi e passioni.
Allora siano quelle ore, quei giorni, mesi di preparazione per un destino che non significa condanna ma compimento sublime e supremo e cosa manca in quell'unico e ultimo momento se nulla e' invano, se tutto si e' compreso e perdonato, se quel silenzio e' divenuto canto meraviglioso che solo il mare puo' udire?

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