domenica, novembre 19, 2006

Filo di perle tra i rami

Vorrei essere una macchina a stati finiti, un apparecchio dotato di interruttori e alimentato a corrente.
Vorrei avere pochi bottoni ma tutti funzionanti: uno della gioia, uno della serieta', uno dell'allegria, uno della spavalderia e pochi altri ancora.
Se solo fossi un  po' piu' forte so che ce la farei ad essere sempre all'altezza delle situazioni e delle aspettative, riuscirei a scrollarmi di dosso i periodi difficili e sorridere, sorridere sempre.
Se fossi in grado di gestire meglio la mia vita e le mie energie sarei sempre un interlocutore brillante e sagace, un intrattenitore formidabile, un mattatore per tutte le occasioni.
E' da sempre che ci provo... Miglioro, si miglioro ma mai abbastanza, mai invero con la giusta efficacia e presenza.
Oggi pero' ho capito qualcosa di piu' e forse puo' aiutare.
Si, si aiutare perche' ho compreso che da solo non ce la faccio, non ce la faro' mai e sempre, sempre, sempre ho bisogno di qualcosa... di qualcuno.
Non e' facile trovare qualcuno; non e' facile perche' spavento.
Sono uno di quegli oggettini quotidiani talmente ovvi e semplici che mai ci si chiede come funzionino, da dove vengono, chi li ha resi tali e quando improvvisamente vengono a mancare, nasce la confusione, le perplessita', persino un po' di panico.
Chi si cura di questi oggetti; in qualche modo si sostituiranno...
Lo so e non ne faccio mai questioni; semmai chiedo il tempo di ascoltare qualche canzone, di leggere alcune pagine, di vedere qualche film e mi riparo, oh si che mi riparo.
Ancora una volta e' solo tempo, perche' le ferite possono non chiudersi mai ma almeno smettono di sanguinare e le lacrime alimentano l'eternita' e tutta l'arte che e' dentro di essa.
Some days it don't come easy, and some days it don't come hard
Some days it don't come at all, and these are the days that never end
Some nights you're breathing fire, and some nights you're carved in ice
Some nights you're like nothing I've ever seen before or will again

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